Berlinale Updates: la scena è tutta per Queen of the Desert, il peggior film della carriera di Werner Herzog
Anche i geni possono sbagliare. Come dimostra Queen of the Desert di Werner Herzog. Per il regista bavarese non è la prima volta con un soggetto biografico. È la prima però che affronta il tema scegliendo una donna per protagonista. Da quando si è trasferito in California la vicinanza con Hollywood gli permette sodalizi con […]
Anche i geni possono sbagliare. Come dimostra Queen of the Desert di Werner Herzog. Per il regista bavarese non è la prima volta con un soggetto biografico. È la prima però che affronta il tema scegliendo una donna per protagonista. Da quando si è trasferito in California la vicinanza con Hollywood gli permette sodalizi con personalità di primo piano. Così nel cast è riuscito a scritturare in un solo colpo Nicole Kidman, James Franco e Robert Pattinson. Nicole Kidman ha interpretato in passato altri personaggi storici: l’abbiamo vista diventare Grace di Monaco, Virginia Woolf, Diane Arbus e Martha Gellhorne, amante di Hemingway, e sia in questo ruolo che nel film di finzione Australia (di Baz Luhrman), ha vestito i panni dell’avventuriera.
Quindi l’idea di Herzog di scegliere proprio lei per la parte dell’esploratrice, politica e spia britannica Gertrude Bell, sembrava davvero funzionale. L’attrice è presente in quasi ogni fotogramma del film, eccetto che per qualche scena iniziale. Il problema non è lei, che continua a riempire lo schermo con la sua candida presenza, nonostante le evidenti chirurgie che l’hanno privata di un intero range di espressioni e le malignate di qualcuno che l’aveva già data sul viale del tramonto. Il fatto che sia ancora una star di primissima grandezza è indiscutibile: la sala stampa era inaccessibile per quanto era gremita, già a metà della proiezione mattutina, e i giornalisti hanno fatto scenate isteriche per provare a infrangere il cordone di proiezione.
Ma il film soffre di alcune imperdonabili defaillance. La prima minaccia non scongiurata è a la noia. Il modo di Herzog di affrontare la vita privata e i sentimenti di una donna falliscono miseramente in un mix di retorica da soap opera e idealizzazione infantile e grossolana, che nulla hanno a che vedere con lo slancio metafisico a cui i suoi lavori tendono sempre di più col passare del tempo. James Franco, presenzialista per antonomasia, è di nuovo in questo festival con ben tre pellicole (di cui due nel concorso principale), mentre i media tartassano con la sua presenza a 360 gradi sulla scena dell’intrattenimento con un listino che va dal cinema, alla televisione, all’insegnamento universitario. A questo punto verrebbe da consigliargli di lavorare di meno e pensare di più: col non volersi prendere troppo sul serio Franco finisce di non prendere mai sul serio quello che fa e nonostante l’innegabile appeal e il sensuale carisma, la sua recitazione ai limiti del caricaturale a lungo termine infastidisce. Prima di essere qualsiasi altro personaggio, infatti, lui sembra ossessionato dall’essere sempre, troppo, James Franco.
Passando a Pattinson, è talmente fuori dalla parte che invece di Lawrence d’Arabia da giovane, sembra addobbato per una festa di Halloween della West Coast. A tutto ciò si deve aggiungere che la psicologia dei personaggi non ha vera profondità né spessore, e il deserto di superficialità in cui si galleggia rasenta il surreale. L’ultima nota serve a segnalare la presenza di una colonna sonora ridondante e ingombrante che appesantisce la fruizione del film molto, molto prima che si sospettino i titoli di coda. In definitiva Queen of the Desert è forse il film peggiore della carriera di Werner Herzog, uno dei maggiori cineasti viventi.
– Federica Polidoro
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