Chi vuole collaborare con il Queens Museum di New York? Il museo programma un ciclo di conferenze sulle pratiche inclusive: e si apre alla collaborazione di tutti…
L’idea è del curatore Vida Sabbaghi, tesa a sensibilizzare comunità eterogenee di individui di religione, razza, genere, sessualità sia tramite l’avvicinamento ai musei che all’arte in generale. Su queste vasi il Queens Museum a New York ospiterà, dal 17 al 19 luglio 2015, il nuovo ciclo di conferenze USSEA, in partnership con An Inclusive World: […]
L’idea è del curatore Vida Sabbaghi, tesa a sensibilizzare comunità eterogenee di individui di religione, razza, genere, sessualità sia tramite l’avvicinamento ai musei che all’arte in generale. Su queste vasi il Queens Museum a New York ospiterà, dal 17 al 19 luglio 2015, il nuovo ciclo di conferenze USSEA, in partnership con An Inclusive World: tre giorni di workshop, presentazioni, performance e panels sulle tematiche dell’educazione all’arte con metodi inclusivi, per il quale il museo chiede contributi anche esterni che saranno vagliati ed eventualmente inseriti nel programma.
Gli argomenti trattati durante il prossimo ciclo di conferenze spazieranno dall’inclusione in comunità d’apprendimento, a dibattiti su arte e pratiche sociali, fino ai mezzi tecnici per l’educazione all’ arte nel 21esimo secolo. Verrà inoltre affrontato il non semplice tema di artisti o comunità di artisti definiti “outsider”, e di come riuscire a superare la stereotipizzazione di questo concetto, dei rischi di ghettizzazione ed allontanamento dal mainstream e del suo utilizzo a fini propagandistici, giustificazione di un livello qualitativo del lavoro non all’altezza.
Analizzando visual thinking strategies e moduli collettivi e partecipatori per connettere gruppi di persone diverse, uno dei nodi focali dei workshop è la ricerca di metodi efficaci per creare sforzi di gruppo collaborativi tra nuclei familiari e comunità tramite il gesto creativo ed il suo apprendimento. Il Queens Museum lancia così una sfida mondiale: un museo abituato ad apprezzamenti internazionali, con questo ciclo di conferenze avrà l’occasione per avvicinare gli abitanti del suo quartiere; una working class prevalentemente ispanica, afro e cinese dai bassi redditi, con una sensibilità spesso lontana dai musei e da quello che accade al loro interno.
– Francesco Lecci
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