Christie’s non si ferma più: ora si compra Collectrium, la numero uno delle nuove tecnologie per il management delle collezioni d’arte
In un’era in cui la comunità dell’arte contemporanea vive di frequenti spostamenti da una parte all’altra del globo, all’inseguimento dell’ultima fiera d’arte o biennale, cosa c’è di meglio per un collezionista, un gallerista o un art advisor, che avere sempre a portata di smartphone la propria collezione e tutte le informazioni relative al seguito, ovunque […]
In un’era in cui la comunità dell’arte contemporanea vive di frequenti spostamenti da una parte all’altra del globo, all’inseguimento dell’ultima fiera d’arte o biennale, cosa c’è di meglio per un collezionista, un gallerista o un art advisor, che avere sempre a portata di smartphone la propria collezione e tutte le informazioni relative al seguito, ovunque si trovi, persino sull’aereo? Christie’s ha colto il trend e non si è lasciata sfuggire il valore di Collectrium, startup fondata nel 2009 da Boris Pavzner, uno dei tanti brillanti business man sfornati dal MIT, che ha elaborato una tecnologia avanzata che consente di organizzare e inventariare opere d’arte in maniera sicura, veloce, intuitiva e in cloud, ovvero accessibili da qualsiasi dispositivo digitale. Con abbonamenti mensili che oscillano tra i 45 e i 395 dollari, Collectrium assicura servizi specializzati e mirati, come valutazioni da parte di esperti internazionali, livelli di sicurezza da sistema bancario, strumenti per verificare in ogni momento il posizionamento sul mercato delle proprie opere.
Non è chiaro quanto Christie’s abbia pagato per mettere le mani su Collectrium: si parla di un minimo di 16 e un massimo di 25 milioni di dollari. Certo è che non deve aver badato a spese per assicurarsi quella che sembra essere al momento la migliore tecnologia di questo genere sulla piazza.
– Marta Pettinau
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