ISIS, barbarie fondamentalista a Mosul. Carneficine di uomini, libri, monumenti. Al rogo migliaia di volumi, mentre crollano le mura di Ninive, patrimonio Unesco

Ci sono due modi per mettere in ginocchio un popolo. Fare a pezzi i corpi, accumulare cadaveri, alimentare malattia e miseria, indebolendo il tessuto sociale. E poi, in un gioco parallelo e subdolo, piegare le coscienze, silenziare le voci, sopprimere le idee e la libertà di pensare. Una lenta lobotomia collettiva, che si affida agli […]

Ci sono due modi per mettere in ginocchio un popolo. Fare a pezzi i corpi, accumulare cadaveri, alimentare malattia e miseria, indebolendo il tessuto sociale. E poi, in un gioco parallelo e subdolo, piegare le coscienze, silenziare le voci, sopprimere le idee e la libertà di pensare. Una lenta lobotomia collettiva, che si affida agli strumenti dell’indottrinamento, della censura, dell’ignoranza, della propaganda feroce.
Gli uomini dello Stato Islamico cavalcano queste due direttrici, con identico slancio. Tagliano gole e intruppano ragazzini, lavorando minuziosamente a un unico grande piano: sopprimere ogni residuo di laicità e di indipendenza, inseguendo l’utopia di un Califfato-piovra, espansivo, totalitario, definitivo.

guerriglieri dell'ISIS

guerriglieri dell’ISIS

Così, nella carneficina quotidiana di civili ed ostaggi, con cui questi neo-nazisti mediorientali stanno costruendo il proprio regno, il lavoro di repressione culturale e di contagio fondamentalista procede, come un virus mostruoso, ostinato.
La strategia migliore per uccidere il pensiero parte dalla cosa più semplice. Simbolica e concreta. I libri. Ne hanno bruciati e distrutti tanti i guerriglieri dell’ISIS, come sempre hanno fatto, nel mondo, le peggiori forze oscurantiste: nella Germania di settant’anni fa, a Sarajevo, a Baghdad. Oggi, è la volta di Mosul. Importante e storica città dell’Iraq, millenario centro di germinazioni artistiche, letterarie, politiche, colpito al cuore dalla mano sanguinaria degli estremisti islamici, dallo scorso giugno insediatisi a forza.

Mosul, le antiche mura di Ninive

Mosul, le antiche mura di Ninive

Nel mese di gennaio due attacchi violenti hanno mandato al macero migliaia di libri, cancellando interi capitoli di tradizione storico-culturale: con un assalto alla biblioteca centrale, duemila volumi giudicati blasfemi per l’Islam sono stati mandati al rogo. Testi di filosofia, storie per bambini, raccolte di poesia, saggi e romanzi. Poi, hanno arrestato il titolare della più antica libreria di Mosul, Generazione araba, reo di spacciare questi pericolosissimi strumenti di civiltà e di libertà: i libri. Molti di taglio cristiano e dunque invisi al regime. Quintali di volumi prelevati e sequestrati su dei camion-frigorifero: venduti al mercato nero oppure dati alle fiamme.
E l’opera di demolizione culturale procede, intanto, con un accanimento folle contro l’identità storica irachena, sedmentata tra opere d’arte, architetture, siti archeologici: un tratto delle mura di Ninive, fatte costruire dai re assiri nell’ottavo secolo a.C. e tutelate dall’Unesco, è stato distrutto, mentre diverse testimonianze locali hanno rivelato la tragica devastazione di antiche tombe, chiese, moschee, santuari, riconducibili all’Islam, l’Ebraismo o il Cristianesimo.
Una furia cieca, che insieme ai corpi travolge le coscienze e la memoria. Per una guerra non religiosa, ma di potere:. E la scalata verso il potere passa, come sempre è stato, anche dall’imposizione di un’idea del mondo: totalitaria, allucinata, repressiva. Con Allah, e le sue milizie indottrinate, a fare da pedine.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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