Lo Strillone: Giorgio Morandi secondo Ferzan Ozpetek su La Repubblica. E poi bottoni ad arte, Mario Luzi, Netfix
“Ma ecco che le parole già non bastano: più che il fascino, vorrei raccontare la sensazione di appartenenza, di riconoscimento, di condivisione. E anche l’invidia, che si può provare di fronte alla felicità, alla grazia del genio”. Ampio spazio su La Repubblica per la retrospettiva che da oggi al Complesso del Vittoriano di Roma celebra […]
“Ma ecco che le parole già non bastano: più che il fascino, vorrei raccontare la sensazione di appartenenza, di riconoscimento, di condivisione. E anche l’invidia, che si può provare di fronte alla felicità, alla grazia del genio”. Ampio spazio su La Repubblica per la retrospettiva che da oggi al Complesso del Vittoriano di Roma celebra Giorgio Morandi, e intrigante l’idea di farne parlare anche un regista come Ferzan Ozpetek. Che a sua volta cita Fellini, e le parole rivolta al grande artista che fa dire al suo personaggio Steiner, in un dialogo con il giornalista Marcello, ne La dolce vita: “Ah sì: è il pittore che amo di più. Gli oggetti sono immersi in una luce di sogno eh? Eppure sono dipinti con uno stacco, una precisione, un rigore che li rende quasi tangibili. Si può dire che è un’arte in cui niente accade per caso”.
La Repubblica va anche a Parigi per raccontare una mostra curiosissima: quella che il Musée des Arts Décoratifs dedica alla storia del bottone: tremila pezzi e una selezione di oltre cento abiti e accessori dei più importanti couturiers nella storia del costume, da Paul Poiret a Elsa Schiaparelli, da Christian Dior a Jean Paul Gaultier. Il Corriere della Sera omaggia Mario Luzi a dieci anni dalla morte, pubblicando il suo commento a una lauda di Jacopone da Todi sulla Madonna appena ritrovato: il poeta viene ricordato oggi nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze. Inusuale escursione tecnologica per Il Foglio, che entra “dentro il cervello di Netflix, la piattaforma streaming che ha creato ‘House of Cards’. Ha cambiato la psicologia collettiva e ha aperto mercati impensabili come Cuba. Ora vuole spezzare il monopolio burocratico italiano e cambiare anche noi”.
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