Lo Strillone: il tesoro romano di Tivoli è in una discarica a cielo aperto sul Corriere della Sera. E poi Assisi, Claudio Strinati, Il demone della modernità
Quando Sergio Rizzo prende in mano la metaforica penna, anche quando il tema è legato ai beni culturali, c’è sempre da aguzzare la vista. Oggi sul Corriere della Sera va a indagare sulle condizioni in cui versa il mausoleo dei Plautii sull’Appia Antica, direzione Tivoli, con la celebre tomba di Cecilia Metella: “Wolfgang Goethe e […]
Quando Sergio Rizzo prende in mano la metaforica penna, anche quando il tema è legato ai beni culturali, c’è sempre da aguzzare la vista. Oggi sul Corriere della Sera va a indagare sulle condizioni in cui versa il mausoleo dei Plautii sull’Appia Antica, direzione Tivoli, con la celebre tomba di Cecilia Metella: “Wolfgang Goethe e Giovan Battista Piranesi ci passavano davanti appena dopo aver attraversato il ponte Lucano, costruito fra il crepuscolo della repubblica e l’alba dell’impero romano. È uno dei rarissimi esempi di sepolcri monumentali delle famiglie nobiliari romane dell’età tardo repubblicana”. E oggi? “È ‘oscurato’ da un muro in cemento armato, costruito dieci anni fa per salvare il monumento dai frequenti allagamenti causati dall’Aniene: misura che si e rivelata inutile. La storia di questa follia può essere presa a esempio degli sprechi insensati che produce l’ottusità di certe burocrazie, ma anche di quello che succede al nostro e prezioso patrimonio quando ci sono in ballo interessi economici privati”.
La Repubblica ha da tre giorni gli obbiettivi puntati su Assisi: ma oggi non si parla di restauri in corso, ma futuri. Una grande campagna per il restauro della cappella di Santa Caterina ad Assisi, all’interno della Basilica Inferiore di San Francesco, è stata lanciata dai frati del Sacro Convento. “Chi rovina un monumento deve essere trattato come un omicida”: non ci va morbido Claudio Strinati, dal 1991 al 2009, soprintendente per il Polo museale romano, nel commentare su Il Messaggero i fattacci di Piazza di Spagna, a Roma. “Serve una norma che dica chiaramente che le opere d’arte vanno difese come se si trattasse di esseri umani. Perché viviamo in un paese in cui il patrimonio culturale e artistico ha un valore straordinario”. Quotidiano Nazionale va a Rovigo, dove Claudio Spadoni recensisce la grande mostra “Il demone della modernità”, curata da Giandomenico Romanelli: “indaga il lato oscuro della modernità in una stagione cruciale anche per i destini dell’arte, il passaggio fra Otto e Novecento”.
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