Premi Oscar, vince Milena Canonero per i costumi di Grand Budapest Hotel. Il miglior film dell’anno è Birdman di Alejandro Inarritu, nell’anno d’oro degli eccentrici…

Metanarrazione, grosse trasformazioni (a proposito di attori) e varia umanità: questi i macrotemi fortunati nella corrente edizione degli Oscar, che segna anche la conclusione della stagione delle premiazioni. Linklater non abbindola i votanti del Motion Picture Arts and Sciences che a lui preferiscono una pellicola sul cinema e sul teatro e su tutto ciò che […]

Metanarrazione, grosse trasformazioni (a proposito di attori) e varia umanità: questi i macrotemi fortunati nella corrente edizione degli Oscar, che segna anche la conclusione della stagione delle premiazioni. Linklater non abbindola i votanti del Motion Picture Arts and Sciences che a lui preferiscono una pellicola sul cinema e sul teatro e su tutto ciò che ruota attorno alla rappresentazione. Hollywood premia poi un film sulla musica, con tutte le antropopoiesi del caso, e Wes Anderson per meriti tecnici (il suo film è l’apoteosi del meccanismo e dell’artificio). Infine la storia particolare di una monaca che scopre di essere ebrea.
Mai come quest’anno l’Academy rende giustizia alla qualità dei film. Birdman fa incetta delle statuette più importanti: Miglior Film, Miglior Regia (Alejandro Inarritu), Miglior Fotografia (Emmanuel Lubenski, per la seconda volta di seguito dopo Gravity), Miglior Sceneggiatura Originale. Segue The Grand Budapest Hotel con i Migliori Costumi alla nostra Milena Canonero (unica connazionale in corsa), la Miglior Scenografia, la Miglior Colonna Sonora di Alexander Desplat (candidato anche con The Imitation Game), il Miglior Trucco. Whiplash, del trentenne Damien Chazelle, riscuote tre premi: Missaggio del Suono, Miglior Attore Non Protagonista J. K. Simmons e soffia il montaggio a Boyhood (molto meglio così). Linklater si deve accontentare solo di un premio indiretto a Patricia Arquette, miglior attrice non protagonista, come previsto sin dall’inizio.
Confermata all’unanimità Julianne Moore migliore protagonista femminile in Still Alice di Wash Westmoreland (noi l’avevamo detto subito al regista che avrebbe preso l’Oscar con quell’interpretazione). Lei è una precoce malata d’Alzheimer, come Eddy Redmayne, nei panni di Stephen Hawking (La teoria del tutto), che mostra l’evoluzione della malattia del noto scienziato. Il giovane inglese batte Micheal Keaton, che vede così sfumare la sua chance per l’ambito premio. Finalmente un riconoscimento anche al film di Morten Tydlum, The Imitation Game, snobbatissimo da tutta la stagione dei premi, che grazie a Graham Moore ritira l’Oscar per la migliore sceneggiatura adattata. “Stay Weird. Stay Different” dice lo scrittore nel suo discorso on stage, conquistando tutti. A succedere a La grande bellezza nell’Oscar al film straniero, come si sospettava, vince Ida di Pawel Pawlikovsky. Peccato per Leviathan di Andrei Zviaginstev e per Wild Tales di Damian Zsifron, entrambi meritano davvero molto.
L’edizione degli 87mi Oscar è stata molto lenta, priva di brio e colpi di scena, e salvo la gag di Neil Patrick Harris che imitava Michael Keaton in una delle scene meglio riuscite di Birdman, usando Miles Teller al posto di Antonio Sanchez, il resto si poteva tranquillamente cestinare. Né la sequenza d’apertura, né i ricorrenti numeri musicali sono riusciti appieno, soprattutto Lady Gaga che canta “Tutti insieme appassionatamente” è risultata davvero fuori contesto. Solo il tifo sfegatato per Birdman ha permesso di resistere fino all’ultimo …

– Federica Polidoro

 

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Federica Polidoro

Federica Polidoro

Federica Polidoro si laurea in Studi Teorici Storici e Critici sul Cinema e gli Audiovisivi all'Università Roma Tre. Ha diretto per tre anni il Roma Tre Film Festival al Teatro Palladium, selezionando opere provenienti da quattro continenti, coinvolgendo Istituti di…

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