Prove generali di apertura del Quirinale? A Roma tornano in mostra gli straordinari arazzi disegnati da Pontormo, Bronzino e Salviati, ecco le immagini
L’Italia riunita davanti ad un’opera d’arte. Sarà un caso, ma proprio dopo le polemiche e la “petizione” per una maggiore apertura e fruizione del Quirinale, quella che è per eccellenza la “casa degli italiani”, simbolo del potere della Repubblica, torna ad aprire al pubblico alcuni suoi spazi, e precisamente la sala dei Corazzieri, con la […]
L’Italia riunita davanti ad un’opera d’arte. Sarà un caso, ma proprio dopo le polemiche e la “petizione” per una maggiore apertura e fruizione del Quirinale, quella che è per eccellenza la “casa degli italiani”, simbolo del potere della Repubblica, torna ad aprire al pubblico alcuni suoi spazi, e precisamente la sala dei Corazzieri, con la grande mostra dedicata a Giuseppe, Il principe dei sogni, che riunisce, per la prima volta dal 1882, i venti grandissimi arazzi disegnati dai grandi maestri dell’arte rinascimentale Jacopo Pontormo, Agnolo Bronzino e Lorenzo Salviati, su commissione di Cosimo dè Medici, tra il 1545 al 1553. Gli oltre 400 metri quadri di tessuto, istoriato dai maestri fiamminghi Nicholas Karcher e Jan Rost, su disegno dei pittori italiani, tra seta, fili d’oro e cotone, sono stati in restauro per 27 anni e hanno richiesto 119mila ore di lavoro dei tecnici del laboratorio dell’Opificio delle pietre dure di Firenze, uno degli istituti di eccellenza nella tutela del patrimonio artistico italiano, e altrettante dei tecnici del Laboratorio arazzi della Presidenza della Repubblica. Il risultato, per quella che è considerata una delle più alte testimonianze dell’arte e dell’artigianato rinascimentale, è altisonante e di grande impatto visivo. Non è un caso infatti che gli arazzi che furono divisi tra Firenze e il palazzo del Quirinale, dai Savoia, tornino insieme per Expo 2015. Dopo Roma e il Quirinale, dove resteranno in mostra fino al 12 aprile nelle splendida sala dei Corazzieri, arriveranno a Palazzo Reale di Milano il 29 aprile e vi resteranno fino al 23 agosto, per trasferirsi poi a Firenze, a Palazzo Vecchio, nella sala dei Duecento per la quale sono stati pensati e realizzati ormai diversi secoli fa.
“Gli arazzi – spiega Louis Godart, curatore della mostra – narrano la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe così come è narrata nella Genesi dai capitoli 37 a 50. Giuseppe, eroe probo, mite ed intelligente era caro a Cosimo dè Medici che commissionò l’opera anche perchè in qualche modo si identificava nella sua figura descritta nel vecchio testamento”. Gli arazzi raccontano infatti la storia di Giuseppe, che sapendo andare al di là della pellicola dell’esistente sapeva leggere i sogni e per questo venne venduto dai suoi stessi fratelli e fatto credere morto al padre Giacobbe. Ma Giuseppe, comprato dagli egiziani seppe conquistare la loro fiducia e quella del faraone e diventò presto vicerè di Egitto. Saranno poi gli stessi suoi fratelli a lasciare la loro terra e a chiedere aiuto all’Egitto senza sapere che colui che gli accoglie, il vicerè, è proprio Giuseppe il fratello che avevano venduto e che alla fine li perdona per rivedere il padre Giacobbe ormai vecchio e morente. La mostra, promossa dalla presidenza della Repubblica, dal comune di Firenze e di Milano, in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei Ministri, il Mibac, Expo 2015, il Ministero delle Politiche Agricole e la fondazione Bracco sarà visitabile a Roma al Quirinale, sala dei Corazzieri fino al 12 aprile.
– Geraldine Schwarz
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