Street art all’Hangar Bicocca. Ecco le immagini della grande installazione opera della brasiliana Marina Zumi, del tedesco Dome e del russo Alexey Luka
A ridosso delle torri di Kiefer dell’Hangar Bicocca, Marco Tronchetti Provera (Presidente e Ceo Pirelli), Achille Bonito Oliva e Christian Omodeo introducono un nuovo progetto dedicato alla Street art: occasione, la presentazione alla stampa del bilancio relativo alla multinazionale di origine italiana. Tre interventi serviti per illustrare la piramide pittorica, dipinta a qualche metro di […]
A ridosso delle torri di Kiefer dell’Hangar Bicocca, Marco Tronchetti Provera (Presidente e Ceo Pirelli), Achille Bonito Oliva e Christian Omodeo introducono un nuovo progetto dedicato alla Street art: occasione, la presentazione alla stampa del bilancio relativo alla multinazionale di origine italiana. Tre interventi serviti per illustrare la piramide pittorica, dipinta a qualche metro di distanza dalla conferenza stampa. Superficie elaborata da tre streeter: la brasiliana Marina Zumi (1983, Argentina. Vive e lavora a San Paolo), il tedesco Dome (1975, Karlsruhe. Vive e lavora a Karlsruhe) e il russo Alexey Luka (1983, Mosca. Vive e lavora a Mosca); superficie condivisa che sarà visibile sono fino al 28 febbraio 2015. Gli pneumatici, “come protesi dell’uomo sulla strada, simboli della vita che nel viaggio si fa spazio” – definizione di Bonito Oliva, durante il suo breve excursus artistico-storico – sono stati interpretati attraverso tre opere assemblate in un’unica installazione. Un’opera in continuità con le forme di comunicazione che contraddistinguono la cultura di impresa Pirelli, nella storia della Grafica e dell’Arte, nazionale e non. Le gomme, infatti, sono diventate nel corso del Novecento una catena (per Ezio Bonini), un leone e un elefante (per Armando Testa), un sombrero (per Alessandro Mendini) e poi un occhio, un ombrello e un cappello (per Riccardo Manzi). In anni più recenti, sono state rappresentate come rifugio dalla pioggia, hanno preso la forma di strumenti musicali e di occhiali per guardare al futuro (Stefan Glerum).
Oggi la “sagoma tonda e nera”, come sottolinea Calabrò, continua questo suo viaggio e si trasforma diventando una luna per Marina Zumi, il protagonista di un gesto d’amore per Dome, l’elemento di incontro tra culture per Alexey Luka. Elementi, come ha ricordato Omodeo, il curatore del progetto attraverso i quali “lo street artist non fa riferimento a un codice artistico globale, ma adatta il proprio linguaggio al contesto geografico, culturale e sociale con cui si confronta di città in città. Mentre al tempo stesso non vive un rapporto convenzionale con lo spazio urbano”.
– Ginevra Bria
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