Il tris di Moroso Concept. Tre artisti, per gli showroom di New York, Londra, Milano. Ecco i vincitori e le menzioni, dell’edizione 2015
Annunciati lo scorso 28 marzo, a Villa Manin, i vincitori di Moroso Concept, l’edizione 2015 del premio sostenuto dalla nota azienda di imbottiti, ideato nel 2011 da Patrizia Moroso e Andrea Bruciati. Dodici i finalisti in gara, per i tre premi in palio: progettazione e realizzazione di tre allestimenti negli store Moroso di New York, […]
Annunciati lo scorso 28 marzo, a Villa Manin, i vincitori di Moroso Concept, l’edizione 2015 del premio sostenuto dalla nota azienda di imbottiti, ideato nel 2011 da Patrizia Moroso e Andrea Bruciati. Dodici i finalisti in gara, per i tre premi in palio: progettazione e realizzazione di tre allestimenti negli store Moroso di New York, Londra e Milano. Micro personali a misura di showroom, incrociando arte e design.
Artribune, visionando in anteprima i progetti, ne aveva evidenziati alcuni. Azzeccandone la maggiori parte, tra premiati e menzionati. Vince la sfida newyorchese Namsal Siedlecki, che con “Gomba Kalap” trasforma un’incredibile esperienza in Transilvania, sulle tracce dell’ultimo artigiano al mondo capace di lavorare la pelle di fungo, in una produzione di oggetti d’arredo. Recuperando così la memoria di una tecnica tradizionale ormai praticamente estinta. Archeologo sperimentale, collezionista di storie e cultore della sapienza manuale, Siedlecki ha confezionato un progetto di grande qualità, che mette insieme storia, antropologia, sguardo poetico, arte e design, incrociando la linea della memoria e quella della ricerca contemporanea.
A Londra andrà invece Giulio Delvé col suo “Spazio Amoroso”, ispirato alle parole chiave della filosofia Moroso: ‘ascolto, design, qualità, rispetto per l’ambiente’. Intorno al concetto del “prendersi cura”, l’ambiente si modifica secondo principi armonici ed osmotici, grazie a pannelli leggeri, sculture modulari e oggetti d’uso quotidiano. Riferimenti espliciti sono la Cromoterapia, le ricerche sulla memoria dell’acqua di Masaru Emoto e le frequenze alla base dell’Accordatura Aura, che avvicinano cosmo e corpo.
Infine, per lo store di Milano, si aggiudica la vittoria Alessandro Agudio, con un progetto dedicato al colore: “Chrome” reinventerà tessuti, oggetti e superfici, grazie a delle matrici derivate dall’elaborazione digitale di alcune iridi (quelle dei designer Moroso, ad esempio). L’occhio che osserva diventa superficie da osservare, personalizzando lo spazio sulla base di un’essenza oculare, che è anche metafora della visione e specchio della personalità.
Non vincono, ma ricevono una menzione speciale per la qualità dei progetti, Alice Cattaneo, Andrea Nacciarriti e Andrea Romano.
Avevano lavorato alla scrematura per la short list Moroso, Bruciati e Marina Abramovic, mentre la giuria finale era composta da: Carlo Bach, art director di Illy; Gianluigi Ricuperati, Direttore creativo Domus Academy; Patricia Urquiola, designer; Daniel Libeskind, architetto, Anna Mattirolo, direttrice MAXXI Arte.
– Helga Marsala
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