L’America rispedisce in Iraq reperti assiri trafugati. Operazione tesoro perduto: i manufatti stavano per essere venduti a musei e gallerie di New York
Gli americani, spesso accusati di trafugare reperti archeologici e opere d’arte da terreni di guerra o comunque di conflitto, a volte fanno anche il percorso inverso. Lunedì scorso, dopo un viaggio transatlantico, sono stati rimpatriati in Iraq circa 65 artefatti assiri recuperati nel corso degli ultimi anni dal Dipartimento di Sicurezza Interna degli Stati Uniti, […]
Gli americani, spesso accusati di trafugare reperti archeologici e opere d’arte da terreni di guerra o comunque di conflitto, a volte fanno anche il percorso inverso. Lunedì scorso, dopo un viaggio transatlantico, sono stati rimpatriati in Iraq circa 65 artefatti assiri recuperati nel corso degli ultimi anni dal Dipartimento di Sicurezza Interna degli Stati Uniti, durante operazioni con nomi da cinematografia hollywoodiana, come Lost Tresure, “il tesoro perduto”, e Mummy’s Curse, “la maledizione della mummia”. Finalmente una buona notizia, dopo gli ultimi bollettini provenienti dalle aree mediorientali infestate dall’Isis, che riportano distruzioni irreversibili di interi siti archeologici e di reperti con una storia millenaria (di cui Artribune si è occupata la scorsa settimana).
A fare ritorno in terra natia, fra gli altri, una testa calcarea assira raffigurante re Sardon II, simile alle statue cadute sotto i colpi di piccone dei miliziani dell’Isis, nel museo archeologico di Mosul. Recuperati anche tavolette di argilla, punte di lancia e una testa d’ascia risalenti all’Età del Bronzo, più altri manufatti le cui datazioni risalgono a 4mila anni prima dei Sumeri e oggetti placati in oro trafugati dai palazzi di Saddam Hussein a Baghdad, durante l’invasione americana. Essendo ancora in corso, sono risicate le notizie riferite dal Dipartimento che sta gestendo le operazioni. Per ora, è noto l’arresto di un mercante di antichità di Dubai che, usando carte false, cercava di smerciare una parte di questi artefatti a musei, gallerie e case d’aste di New York.
– Marta Pettinau
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