Lo Strillone: la Biennale di Venezia (anti)marxista di Enwezor su La Stampa. Gherardo delle Notti, Caravaggio, Quirinale aperto
“Sia chiaro: ho scelto di mettere al centro della Biennale il Capitale non perché sia un esperto di Marx o di Marxismo, posso a malapena comprendere solo alcune delle astruse teorie dell’opera”. La Stampa intervista Okwui Enwezor, curatore della Biennale di Venezia 2015: che rifiuta categoricamente qualsiasi domanda tesa ad anticipare nomi degli artisti o […]
“Sia chiaro: ho scelto di mettere al centro della Biennale il Capitale non perché sia un esperto di Marx o di Marxismo, posso a malapena comprendere solo alcune delle astruse teorie dell’opera”. La Stampa intervista Okwui Enwezor, curatore della Biennale di Venezia 2015: che rifiuta categoricamente qualsiasi domanda tesa ad anticipare nomi degli artisti o altre scelte che probabilmente saranno svelate nella conferenza stampa del 5 marzo. Ma il nigeriano chiarisce meglio le basi teoriche su cui poggia il suo concept: perché insomma tanta attenzione a Marx? “Perché non c’è un singolo pensatore oggi le cui idee ci perseguitino ancora come quelle di Marx. Il capitale è una parte fondamentale del nostro dramma contemporaneo, perché allora non metterlo in scena? Cosi tanti artisti hanno rivisitato Marx nel corso degli ultimi anni. Che uno consideri o condivida l’idea che il marxismo sia la panacea per i mali del capitalismo contemporaneo non è al centro delle mie preoccupazioni”.
“Una sessantina di dipinti, più della metà dei quali eseguiti dall’artista, mentre gli altri esemplificano la produzione dei suoi più significativi predecessori, compagni di strada e seguaci”. La Repubblica va a Firenze per recensire con Antonio Pinelli la grande mostra che gli Uffizi dedicano, fino al 24 maggio, a Gherardo delle Notti, titolo Quadri bizzarrissimi e cene allegre. Su Il Fatto Quotidiano è Dario Fo a raccontare il “suo” Caravaggio, presentando uno speciale in programma su Rai5: “Al tempo in cui Caravaggio appena ventenne giunse nella città santa si alternavano, più volte nella settimana, spettacoli piuttosto stridenti fra di loro: da una parte le elargizioni di indulgenze con relativi canti mistici e processioni pompose, dall’altra il rito della condanna a morte come spettacolo pubblico”. Più mostre e concerti, si punta al 2 giugno: il Corriere della Sera torna a parlare del progetto per il Quirinale sempre aperto. “Il presidente vuole ridurre gli uffici e offrire più spazi ai visitatori, quasi tutto il piano nobile del palazzo sarà accessibile”.
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