Nell’Ucraina della guerra, salta la Biennale di Kiev. Le compagnie assicurative non si assumono il rischio per le opere d’arte e gli organizzatori temono per la sicurezza di artisti e visitatori
Non arriva alla seconda edizione, Arsenale, la Biennale di Kiev. Con l’Ucraina martoriata dalla guerra civile al confine orientale con la Russia e da una politica interna traballante, il Mystetskyi Arsenal Museum ha ritenuto opportuno cancellare la manifestazione istituita nel 2012. Già rinviata lo scorso febbraio a causa delle violente proteste antigovernative nella capitale ucraina, […]
Non arriva alla seconda edizione, Arsenale, la Biennale di Kiev. Con l’Ucraina martoriata dalla guerra civile al confine orientale con la Russia e da una politica interna traballante, il Mystetskyi Arsenal Museum ha ritenuto opportuno cancellare la manifestazione istituita nel 2012. Già rinviata lo scorso febbraio a causa delle violente proteste antigovernative nella capitale ucraina, la Biennale di Kiev soccombe anche quest’anno alla situazione critica che il paese sta vivendo, aggravata dopo la separazione filorussa della Crimea del marzo 2014, che non risparmia neanche il mondo dell’arte e della cultura. Lo conferma il sequestro e l’occupazione di un importante centro per le arti a Donetsk, nell’est Ucraina, nel giugno 2014, da parte di un gruppo di separatisti russi. O peggio, l’aggressione al curatore, direttore del Visual Culture Research Center e attivista Vasyl Cherepanyn, finito in ospedale dopo essere stato brutalmente percosso all’ingresso della metro a Kiev. Con le compagnie assicurative che si sono tirate indietro perché attualmente troppo rischioso il trasporto internazionale di opere d’arte attraverso i confini ucraini e la paura per la stessa incolumità degli artisti e dei visitatori della Biennale, annullare la manifestazione era l’unica soluzione ammissibile. Nel comunicato diffuso ufficialmente ieri, si legge inoltre che il museo considera fuori luogo organizzare un evento da milioni di euro, mentre l’Ucraina fa i conti con un’economia in perdita. La Biennale avrebbe avuto come curatori gli austriaci Georg Schöllhammer e Hedwig Saxenhuber, che avrebbero raccolto il testimone di David Elliott, fondatore del Mori Art Museum di Tokyo e curatore dell’edizione inaugurale di Arsenale.
– Marta Pettinau
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