Quando Russia e Ucraina si stringono la mano con la prospettiva dei giovani artisti. Da GRAD, nel cuore di Londra, una collettiva dove ricerca artistica e azione politica vanno di pari passo
Si chiama Borderlands, terre di confine, la mostra che inaugurerà il 20 marzo a Londra, a pochi passi da Oxford Circus, negli spazi di GRAD, acronimo per Gallery for Russian Arts and Design. È una collettiva di artisti contemporanei russi e ucraini, selezionati dal curatore, critico d’arte e teorico Sergey Khachaturov, che adoperando medium differenti, […]
Si chiama Borderlands, terre di confine, la mostra che inaugurerà il 20 marzo a Londra, a pochi passi da Oxford Circus, negli spazi di GRAD, acronimo per Gallery for Russian Arts and Design. È una collettiva di artisti contemporanei russi e ucraini, selezionati dal curatore, critico d’arte e teorico Sergey Khachaturov, che adoperando medium differenti, dal film alla fotografia passando per la scultura, indagano e restituiscono i conflitti e i cambiamenti che vivono quotidianamente nei loro paesi.
Tra i lavori in mostra, un muro di mattoni recuperato da una fabbrica abbandonata, a cui l’artista Zhanna Kadyrova (1981, Brovary) ha dato la forma della carta politica dell’Ucraina, dopo la separazione della Crimea; il footage di Evgeny Granilshchikov (1985, Mosca), ottenuto dal montaggio di interviste a ragazzi russi registrate con uno smartphone, mescolando persone reali a performer. E ancora, le immagini deformate di manifestazioni politiche a Mosca, realizzate da Nikita Shokhov (1988, Kamensk-Uralsky), e l’installazione interattiva del giovane collettivo ZIP, che esplora i concetti di tolleranza e accettazione dell’altro.
Con un titolo che è prima di tutto un riferimento allo status attuale di quelle terre, martoriate e strattonate da una parte e dall’altra, Bordelands si propone al pubblico come spazio di sperimentazione e commistione tra ricerca artistica e attivismo, dove le istanze estetiche fanno largo all’urgenza sociale e politica.
– Marta Pettinau
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