Rendez-vous con Valerio Rocco Orlando. Dialoghi intimi intorno al cibo, per una settimana di performance a Milano. Tra psicoanalisi e filosofia
Expo è alle porte e il tema del cibo torna, come nuova ossessione trasversale, seminando più del solito tra discipline d’ogni sorta. L’arte, in testa. L’occasione si fa allettante soprattutto per chi, tra gli artisti, riserva un’attenzione speciale alle pratiche relazionali, ai rituali collettivi, allo studio dei comportamenti sociali, con tutte le implicazioni estetiche, psicologiche, […]
Expo è alle porte e il tema del cibo torna, come nuova ossessione trasversale, seminando più del solito tra discipline d’ogni sorta. L’arte, in testa. L’occasione si fa allettante soprattutto per chi, tra gli artisti, riserva un’attenzione speciale alle pratiche relazionali, ai rituali collettivi, allo studio dei comportamenti sociali, con tutte le implicazioni estetiche, psicologiche, politiche e concettuali del caso. Valerio Rocco Orlando, per esempio. Che dal 23 al 29 marzo si installa nello Spazio Garibaldi di Expo Gate, nel cuore di Milano, trasferendo lì il suo studio e impiantandovi una performance non stop, lunga un’intera settimana.
“Il faut bien manger” mette insieme riflessioni sul cibo, sul corpo e sui rapporti umani, in una esplorazione intima che passa da una moltitudine di confronti vis à vs, tra artista e visitatori. L’ambiente si trasforma in un tipico set da seduta psicanalitica, allestito semplicemente con un divano, una poltrona e un tavolino. E nell’atmosfera meditativa il viaggio ha inizio, ad ogni giro con una “cavia” nuova, mettendo in scena un dialogo socratico (o freudiano) intorno al rapporto tra cibo ed essere umano.
Sullo sfondo, l’eco di una conversazione tra i filosofi Jacques Derrida e Jean-Luc Nancy – il titolo arriva proprio da un testo apparso nel 1989 sui Cahiers Confrontation – ma anche una lunga tradizione filosofica che ha visto pensatori di ogni epoca occuparsi del tema, declinandolo in mille forme differenti: il cibo come metafora esistenziale, come simbolo della dimensione corporea, come spazio del rito sociale, come bisogno o desiderio ancestrale, come emblema del rapporto con sé stessi e con l’altro, e ancora come rilevatore di emozioni, di codici culturali, di immaginari legati ai territori e alle comunità di appartenenza. Un universo sconfinato, che in una settimana fitta di incontri sarà esplorato in lungo e in largo, producendo prezioso materiale di studio.
Ricordando che, come avrebbe scritto Derrida in un altro testo,”ciò che transita per la divorazione interiorizzante – vale a dire per l’oralità, per la bocca, il muso, i denti, la gola, la glottide e la lingua (che sono anche i luoghi del grido e della parola, del linguaggio) – può anche abitare quest’altro luogo del viso e della faccia che sono le orecchie, gli attributi auricolari, le forme visibili, audiovisive di ciò che permette non solo di parlare ma di intendere e di ascoltare”. Dal nutrimento che passa per le cavità orali, che è passaggio di cibo, di suoni e di parole, a quello che passa per il piano dell’ascolto. Ed è, ancora volta, una storia di linguaggio e di relazioni umane.
Valerio Rocco Orlando
Il faut bien manger
23 marzo – 29 marzo 2015 – ore10-20
Expo Gate – Via Beltrami, Milano
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati