Salta l’inaugurazione del Centro Pecci di Prato. Tutto rinviato alla primavera 2016: le cause? Ritardi nell’allocazione dei finanziamenti europei
Il più classico dei fulmini a ciel sereno. La riapertura del Centro Pecci di Prato, per la quale era ormai partito il countdown, con tanto di eventi a corollario per i quali la Regione Toscana ha lanciato un apposito bando, slitta di un anno. Nulla di allarmante, come spiega in una nota il direttore Fabio […]
Il più classico dei fulmini a ciel sereno. La riapertura del Centro Pecci di Prato, per la quale era ormai partito il countdown, con tanto di eventi a corollario per i quali la Regione Toscana ha lanciato un apposito bando, slitta di un anno. Nulla di allarmante, come spiega in una nota il direttore Fabio Cavallucci: ma comunque un inconveniente che denuncia l’eterna precarietà che vivono le istituzioni culturali in Italia, anche quando godono del prestigio e del sostegno – a ogni livello – di cui gode il museo pratese.
“Lo slittamento”, informa Cavallucci, “si deve a un ritardo nell’allocazione dei finanziamenti europei di 2 milioni per la ristrutturazione del vecchio edificio. La Regione Toscana ha già deciso di anticiparli sulla quota di 5 milioni che andrà per interventi strutturali a favore dell’arte contemporanea, di cui il Centro Pecci è coordinamento regionale, da qui al 2020. Pareva che la procedura dell’affidamento dei fondi fosse più rapida, invece è più lunga del previsto. Meglio quindi prevedere la riapertura nella primavera del 2016”.
Siamo all’impasse, dunque? Un anno perso? “Intanto si procede alla riforma strutturale, si costituisce la Fondazione che avrà una maggiore solidità dell’attuale associazione”, assicura il direttore. “Il periodo di qui all’apertura verrà impiegato al meglio per portare avanti una serie di incontri, iniziative educative e di ricerca, che sono fondamentali per lo sviluppo successivo del Centro Pecci, sul territorio, a livello nazionale e internazionale“.
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