Sciopero al Maxxi. Cambia il gestore dei servizi museali, 40 lavoratori in mobilità incrociano le braccia. E anche al Palaexpo ci sono turbolenze sindacali
La eco delle agitazioni sindacali che da mesi ormai interessano la National Gallery di Londra pare aver varcato la Manica, giungendo fino a Roma. Le prime avvisaglie si erano manifestate lo scorso 6 marzo, con un appello lanciato da circa 40 dipendenti di Civita Cultura impiegati al Maxxi nei servizi al pubblico, “dall’assistenza alla visita […]
La eco delle agitazioni sindacali che da mesi ormai interessano la National Gallery di Londra pare aver varcato la Manica, giungendo fino a Roma. Le prime avvisaglie si erano manifestate lo scorso 6 marzo, con un appello lanciato da circa 40 dipendenti di Civita Cultura impiegati al Maxxi nei servizi al pubblico, “dall’assistenza alla visita alla tutela del patrimonio esposto”. Lo scorso 2 dicembre – informava la nota – “è infatti scaduta la concessione dei servizi strumentali assegnata a Civita Cultura quasi cinque anni fa; ed è stato emesso un nuovo bando ad evidenza europea. Solo quattro i partecipanti alla gara, che nei giorni scorsi è stata aggiudicata a National Service: un operatore che non ha mai gestito alcun servizio nel settore museale e che svolge essenzialmente compiti di ‘portierato e convegnistica’”. Ora la svolta: con l’annuncio dello sciopero per domenica 15 marzo, dopo che l’azienda ha annunciato l’apertura della procedura di mobilità. “In mancanza di rassicurazioni sulla continuità occupazionale da parte dell’azienda subentrante, la National services Srl, e della Fondazione del Maxxi”, recita una nota del sindacato Filcams Cgil, “confermiamo lo sciopero già annunciato non escludendo, se perdurerà il silenzio, di trasformarlo in uno sciopero a oltranza“.
Toni non troppo diversi arrivano dall’Azienda Speciale Palaexpo, dove l’assemblea di tutti i lavoratori ha deciso di inviare una lettera al Sindaco di Roma, come primo referente dell’Istituzione, per esternare le proprie preoccupazioni: “nonostante i nostri ripetuti appelli sembra confermato il taglio di oltre il 25% dei fondi, che vanno a sommarsi a quelli effettuati negli anni precedenti”. E pressochè sovrapponibili le richieste: “interventi urgenti per garantire il proseguo delle attività di una delle più prestigiose istituzioni culturali della città che da sempre fornisce servizi di qualità alla cittadinanza e ai turisti”, in mancanza dei quali si preannunciano azioni “per salvare il lavoro e i servizi al pubblico anche ricorrendo ad iniziative di mobilitazione e denuncia”.
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