Se il pubblico non va al museo, il museo… gli fa un test. La campagna della Galleria Nazionale di Parma: adotta un non visitatore
“Ogni giorno 420 persone entrano nella Galleria Nazionale di Parma ed escono sbalordite. Ogni giorno tutte le altre non entrano. E non sanno cosa si perdono”. Con questo efficace claim il museo parmense lancia una campagna di comunicazione sul web. Scegliendo un payoff ancora più efficace: “Adotta un non visitatore”. Il tentativo è quello di […]
“Ogni giorno 420 persone entrano nella Galleria Nazionale di Parma ed escono sbalordite. Ogni giorno tutte le altre non entrano. E non sanno cosa si perdono”. Con questo efficace claim il museo parmense lancia una campagna di comunicazione sul web. Scegliendo un payoff ancora più efficace: “Adotta un non visitatore”. Il tentativo è quello di fare la consueta ricerca di pubblico, ma in chiave 2.0, puntando sui social e coinvolgendo i fruitori in modo schietto, interlocutorio. Ovvero, invitare le persone a varcare la soglia della Galleria, a scoprirne le splendide collezioni (con nomi che vanno da Leonardo ai Carracci, da Van Dyck al Parmigianino, da Canova al Guercino), e intanto chiedere un parere intorno ai propri punti di forza e di debolezza. Preziosi diventano allora i commenti, arrivati qui e là spontaneamente, ma soprattutto il test. Un questionario caricato sul sito del museo e diffuso tramite Facebook: “Adotta un non visitatore e chiedigli 5 minuti per rispondere alle nostre 12 domande” è quello che si chiede a chi ha già fatto un giro tra le sale, nella speranza di raccogliere dati e insieme di creare un po’ di “rumore” mediatico.
Nel test si susseguono domande semplici, di carattere generico o specifico: da “Quanto tempo durante l’arco di una giornata spendi navigando in internet?” a “Quanto tempo dedichi a settimana ad attività culturali?”; da “Quante volte in un anno ti capita di visitare un museo?”, fino al quesito chiave: “Se non ti è mai capitato di visitare la Galleria Nazionale di Parma, c’è un motivo particolare?”.
L’impressione è quella di un museo che prova a mettersi in gioco e ad andare incontro alla gente, scendendo dal cosiddetto piedistallo e cercando nuove forme e nuovi contenuti. I risultati? Su Facebook sono già arrivati un po’ di consigli: investire in pubblicità, potenziare la comunicazione, arricchire l’offerta didattica e svecchiare i programmi, spingere sul coté internazionale, coinvolgere i giovani, aprire anche la domenica pomeriggio, estendere gli orari. Tutte note che si aggiungeranno ai risultati del questionario virtuale. Il momento della verifica, dell’autoanalisi e della comunicazione, in una mossa sola. Aspettando la prova delle prove, quella che non mente mai: i dati Internet e i numeri in biglietteria.
– Helga Marsala
www.parmabeniartistici.beniculturali.it/galleria-nazionale-di-parma
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