Andrea Cardia presenta il suo murale al Pigneto. Metri e metri di colore, per omaggiare la storia recente d’Italia, di Roma e del quartiere
La storia d’Italia, nell’ultimo cinquantennio. Riflessa nella storia di una quartiere romano, il Pigneto, e nella miriade di simboli, immagini, ricordi, talenti, che disegnano il volto del Paese e della città. “Il muro era vuoto” è un’opera impegnativa, nelle dimensioni e nell’intenzione. Perché al vuoto di quella superficie grigia e scabra, che circonda l’Istituto religioso […]
La storia d’Italia, nell’ultimo cinquantennio. Riflessa nella storia di una quartiere romano, il Pigneto, e nella miriade di simboli, immagini, ricordi, talenti, che disegnano il volto del Paese e della città. “Il muro era vuoto” è un’opera impegnativa, nelle dimensioni e nell’intenzione. Perché al vuoto di quella superficie grigia e scabra, che circonda l’Istituto religioso delle Sorelle della Misericordia, Andrea Cardia, pittore (avvezzo a lavorare in studio e non per strada), ha voluto sostituire l’horror vacui delle tante fantasie e memorie collettive, regalando alla Capitale un altro landmark in forma di wall painting.
Siamo in via Luchino dal Verme, in zona Prenestina. Qui Cardia è nato e cresciuto, e qui ha voluto ambientare il suo monumento colorato, srotolato lungo un anonimo muro uguale a tanti. Che da oggi diventa un muro speciale. Ideatore del progetto, realizzatore e finanziatore – con l’aiuto di una campagna di crowdfunding – Andrea ha coinvolto altri artisti nel cantiere, chiedendo loro di continuare l’opera ed ampliarla, senza dimenticare di sensibilizzare i residenti, adulti, bambini, anziani, immigrati, tutti partecipi del processo realizzativo: chi dipingendo, chi porgendo le sue storie, chi offrendo spunti, chi scambiando due chiacchiere con l’autore.
Scorrendo il lungo story board, pensato come un gigantesco puzzle, l’occhio inciampa tra icone immortali, piccoli miti nazionalpopolari, personaggi noti, volti di gente comune e autentiche pietre miliari degli ultimi decenni: dalla caduta del muro di Berlino alla lambretta, passando per il calcio, il cinema, Pasolini (celebratissimo da diversi murales romani), le autostrade, le antenne sui tetti e il recente exploit multietnico. È il ritratto dell’Italia, Nazione e crogiolo di dialetti, di città, di quartieri, nei suoi rapporti con le grandi vicende internazionali e nel suo essere commedia, tragedia, satira, poesia, ingegno, cronaca e letteratura. Tutto insieme, in una ballata di personaggi e di colori, affastellati lungo un mastodontico comics.
L’opera, che si presenta oggi, 19 aprile, in realtà non è ancora terminata. Altri 120 metri di muro, stavolta su via Munzio Attendolo – sempre lungo il perimetro dell’Istituto – saranno riempiti di immagini nei prossimi mesi. L’evento festoso, che presenta ufficialmente il progetto alla città, serve anche a raccogliere un po’ di fondi, per acquistare i materiali: tra street food, concertini, spettacoli e un’estemporanea di bambini che dipingeranno alcune parti, si continua il lavoro di sensibilizzazione e di coinvolgimento. Aspettando il secondo capitolo e una nuova carovana d’artisti in azione.
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati