FS, viaggio tra le stazioni fantasma riqualificate. Dalla casa di Quasimodo al tour operator antimafia, passando per l’eco-museo: lavoro, cultura, valorizzazione territoriale
UN NUOVO VOLTO PER LE STAZIONI FANTASMA L’altro volto delle Ferrovie dello Stato. Sociale, culturale, ecologico. Una realtà poco conosciuta, ma di grande importanza per tutto il territorio nazionale. Esistono, da un lato, migliaia di linee ferroviarie dismesse, di cui alcuni tratti – grazie a dei protocolli stabiliti con Ministero dell’Ambiente, Regioni ed Enti locali – sono […]
UN NUOVO VOLTO PER LE STAZIONI FANTASMA
L’altro volto delle Ferrovie dello Stato. Sociale, culturale, ecologico. Una realtà poco conosciuta, ma di grande importanza per tutto il territorio nazionale. Esistono, da un lato, migliaia di linee ferroviarie dismesse, di cui alcuni tratti – grazie a dei protocolli stabiliti con Ministero dell’Ambiente, Regioni ed Enti locali – sono stati trasformati in piste ciclabili e percorsi verdi accessibili a tutti: le cosiddette greenways, per la mobilità dolce.
E ci sono poi 1.700 stazioni impresenziate, ovvero prive di personale e gestite tramite comandi automatici, grazie a un lungo percorso di razionalizzazione consentito dalla tecnologia ed avviato a partire dagli anni Ottanta.
Per questi luoghi fantasma, un tempo animati da quotidiane attività lavorative, FS ha avviato un graduale percorso di riconversione, concedendoli ai comuni e ad associazioni culturali, tramite contratti di comodato d’uso gratuito, temporanei e rinnovabili. 450 siti sono già stati riconvertiti, per una sorta di cultural-park diffuso, in cui trovare piccoli musei, sale concerti, teatri, centri per giovani o anziani, aree per il benessere o la didattica, hotel, centri servizi. Opportunità di lavoro, dunque, e insieme di riqualificazione, aggregazione ed attrazione turistica.
DAL PARCO LETTERARIO SALVATORE QUOSIMODO AL TURISMO DELL’ANTIMAFIA
Qualche caso lo riporta il Corriere della Sera, in un brave excursus che va dal nord al sud del paese. Al Castello ferroviario di Roccalumera, in provincia di Messina, il figlio di Salvatore Quasimodo (che a sua volta era figlio di ferroviere) ha ricreato lo studio milanese del poeta e premio Nobel, con tanto di mobili e suppellettili originali: un tempio del ricordo, per gli appassionati di letteratura; nella stazione di Battaglia Terme, tra Rovigo e Padova, l’associazione La Biolca ha creato un centro benessere – in linea con la vocazione territoriale – ma con un occhio di riguardo agli accaniti lettori: tra un massaggio e una seduta di stretching, c’è tempo per leggersi uno dei 3000 volumi custoditi nell’annessa biblioteca. A Cesenatico è invece nato lo Spazio Pantani, un museo tutto dedicato al compianto ciclista, allestito con fotografie, cimeli e documenti, mentre a Cotignola, nell’ex magazzino merci della stazione, già dal 2006 è attivo il Teatro Binario: 90 posti a sedere, per spettacoli e concerti (tra gli ospiti illustri anche Nicola Piovani e Mariangela Gualtieri), con dei vagoni dismessi trasformati in camerini, in caffetteria o in salette per incontri.
Ma spulciando sul sito di FS si scovano miriadi di iniziative. C’è l’antica stazione borbonica di Codola (Salerno) tramutata in un ostello con 12 posti letto, grazie alla cooperativa Desy, che ha ristrutturato, trovato i fondi, creato occasioni di impiego e fornito una soluzione economica ai turisti in transito; c’è la stazione di Isola delle Femmine (Palermo), la stessa che vide morire l’attivista e giornalista Peppino Impastato per mano della mafia, nel 1978: qui ha sede il tour operator Addio Pizzo Travel, legato all’omonima associazione antimafia, che organizza tour in luoghi importanti legati alla lotta alla criminalità organizzata, coinvolgendo strutture alberghiere, ristoranti e altri servizi del territorio siciliano.
Ad Anguillara (Roma) l’associazione Terra Tua ha occupato l’ex ufficio del capostazione, offrendo informazioni sull’ambiente e le bellezze del territorio, mentre nella stazione di Ceccano, tra Frosinone e Cassino, l’associazione Tolerus ha ripulito i locali e fatto rinascere il giardino, creando un centro di documentazione sulle tematiche ambientali, un ecomuseo e una sala multimediale.
STAZIONE DI MILANO, UN’AREA DISMESSA IN MEMORIA DELLA SHOAH
Qualcosa di simile, sempre nell’ambito del rilancio del Patrimonio FS, può accadere all’interno di stazioni attive e popolate. Come nel caso della Stazione di Milano, dove la Fondazione Memoriale della Shoah, presieduta da Ferruccio de Bortoli, ha costruito un luogo della memoria per le vittime del nazismo: siamo in un’area sottostante, intorno al binario 21, un tempo usata per la movimentazione dei vagoni postali. Qui, tra il 1943 e il 1945, centinaia di persone furono caricate su vagoni merci per essere deportate nei campi di concentramento. Il rumore dei treni, in questo punto, assomiglia ad un’eco sinistra, da custodire nel frastuono metropolitano.
Lunghissima la lista, piena di casi esemplari, tutti orientati alla cultura, alla legalità, al rispetto per l’ambiente ed al turismo. Esempi virtuosi di una micro imprenditoria nata in seno al terzo settore, che oltre a valorizzare spazi dismessi e territori di provincia, ha il vantaggio di contrastare il fenomeno del vandalismo, croce incontrollabile per tante stazioni abbandonate, periferiche o semplicemente non controllate a dovere.
Solo un terzo dei siti disponibili sono stati ad oggi concessi. La rete culturale FS cresce e racconta un modello possibile di cooperazione e di crescita territoriale. Una maniera di prendersi cura, con intelligenza, degli spazi comuni e di chi li abita, costruendo valori laddove un tempo si costruivano edifici, ormai svuotati dalla routine tecnologica.
– Helga Marsala
Il link dedicato al riutilizzo del Patrimonio FS
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