Lo Strillone: i Kalashnikov dell’Isis contro le statue assire su La Stampa. E poi Leonardo, Google Art Project, Palma il Vecchio
“Mazze, picconi e perfino il tiro a segno con i Kalashnikov”. La Stampa racconta l’ultimo episodio della furia jihadista che si abbatte sulle statue della città di Hatra: ”in Iraq, patrimonio dell’Umanità Unesco, fiorente città dell’Impero dei Parti. Lo sfregio e stato ostentato al mondo con un video diffuso sui siti jihadisti intitolato ‘La distruzione […]
“Mazze, picconi e perfino il tiro a segno con i Kalashnikov”. La Stampa racconta l’ultimo episodio della furia jihadista che si abbatte sulle statue della città di Hatra: ”in Iraq, patrimonio dell’Umanità Unesco, fiorente città dell’Impero dei Parti. Lo sfregio e stato ostentato al mondo con un video diffuso sui siti jihadisti intitolato ‘La distruzione degli idoli’, condito dall’onnipresente ‘canto di battaglia’ dell’lsis e commentato da un militante barbuto che afferma che le immagini umane, proibite dall’Isiam, venivano ‘adorate al posto di Dio’”. Un Leonardo mai visto nella Milano di Expo. È Il Sole 24 Ore ad anticipare la mostra che sarà allestita dal 15 aprile (giorno che coincide con genetliaco di Leonardo) al 9 luglio negli spazi di Palazzo Reale: “Dall’Uomo Vitruviano alla Madonna Dreyfus, dalla Belle Ferronière al San Gerolamo, la più grande mostra mai realizzata in Italia sul genio rinascimentale”.
Il Giornale scopre Google Art Project: dagli assiri a Van Gogh, il museo dei musei con “oltre 350 collezioni e sei milioni dì immagini ad alta risoluzione delle grandi opere dell’umanità. Un gigantesco catalogo che si sfoglia con un clic. Nuovi arrivati: i murales dì Giardini Naxos”. Palma il vecchio protagonista su La Repubblica con la mostra appena apertasi a Bergamo: “è un curioso concentrato di paradossi, il maggiore dei quali sta nel fatto che la rilevante fortuna critica ottenuta da Palma in vita, presso una generazione di committenti veneziani pronti a sborsare fior di ducati d’oro per i suoi quadri, ha determinato la precoce e inesorabile dispersione dei suoi capolavori nelle più ricche raccolte europee e d’Oltreoceano, rendendo pressoché proibitivo allestire una mostra che ne radunasse un nucleo significativo”.
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