Milano Updates: ma si vende a miart? Sì, e anche molto, dalla nostra prima inchiesta fra i galleristi. Ecco cosa è andato meglio…
Come sta andando miart, al secondo giorno di apertura – anzi al primo, per tutto il pubblico -, dal punto di vista dei galleristi? Bene, anzi pare di poter dire “molto” bene, da un primo giro di consultazioni che abbiamo fatto a pochi minuti dalla chiusura di venerdì. Anche le gallerie che non vantano già […]
Come sta andando miart, al secondo giorno di apertura – anzi al primo, per tutto il pubblico -, dal punto di vista dei galleristi? Bene, anzi pare di poter dire “molto” bene, da un primo giro di consultazioni che abbiamo fatto a pochi minuti dalla chiusura di venerdì. Anche le gallerie che non vantano già grandi affari – o che non ce li raccontano a noi -, come Continua, Studio Invernizzi o The Galery Apart (che ha scommesso su un solo show di Luana Perilli), concordano sull’ottimo impatto di questa edizione, e non nascondono i tanti contatti creasti e le molte trattative in corso.
Una promozione su tutti i fronti arriva alla fiera milanese da un osservatore “terzo”, in quanto non presente con un suo stand, come Massimo Di Carlo, titolare della Galleria dello Scudo ed ex presidente dell’ANGAMC: che parla di un grande salto qualitativo di Miart nel suo complesso, di indovinate scelte curatoriali e di un pubblico molto attento.
Ci sono poi gli entusiasti, maggioritari, in verità: dalla Galleria Poleschi, che ha già venduto diverse importanti opere di Marisa Merz, Tano Festa, Pino Pinelli e Claudio Olivieri, alla bolognese P420, che ha piazzato pezzi di Paolo Icaro, Antonio Calderara, Anne Darboven, tanto da aver dovuto cambiatare un’intera parete dello stand. Positivo il giudizio anche di Norma Mangione, premiata con vendite di Bernd Ribbeck e Francesco Barocco, e di Thomas Brambilla, con ben 3 opere di Ron Gorchov già piazzate. Ed è solo venerdì…
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