Renzo Piano e Max Mara regalano al Whitney Museum una borsa esclusiva, ispirata al nuovo edificio. Whitney Bag: architettura da portarsi a passeggio

L’apertura  del Whitney Museum di Renzo Piano ha calamitato  la movida dell’arte newyorchese, in questo ultimo weekend di aprile. Mega party in pompa magna, con folle di vip e addetti ai lavori, giunte a celebrare la nuova casa dello storico museo, trasferitosi dall’Upper East Side a Downtown, nel Meatpacking District, a Manhattan, zona dal forte […]

L’apertura  del Whitney Museum di Renzo Piano ha calamitato  la movida dell’arte newyorchese, in questo ultimo weekend di aprile. Mega party in pompa magna, con folle di vip e addetti ai lavori, giunte a celebrare la nuova casa dello storico museo, trasferitosi dall’Upper East Side a Downtown, nel Meatpacking District, a Manhattan, zona dal forte sapore industriale e popolare, oggi tra i quartieri più trendy, giovani e culturalmente vivaci della città.
I tremila metri quadrati progettati da Piano, che apriranno le loro porte al pubblico dal prossimo 1 maggio, dichiarano la volontà di accordarsi con le memorie architettoniche del luogo, nell’articolazione dinamica di volumi massicci e asimmetrici, quasi a ricordare la silhouette di una grossa nave, ma anche di un classico edificio industrial: forme geometriche ed essenziali, ampie vetrate e dei pannelli in acciaio che avvolgono la struttura, con ritmo regolare, come dei nastri. E poi scale, terrazze, tantissima luce e un panorama mozzafiato, per un rapporto osmotico con la metropoli, proiettando il museo e il visitatore verso l’esterno.

Ad accordarsi con questo impianto, secondo logiche esatte di progettazione, è un piccolo oggetto cult, firmato dallo studio Renzo Piano Building Workshop e presentato in occasione dell’opening: debutto da “stilista” per l’architetto, che con il suo team ha disegnato una borsa in edizione limitata, prodotta da Max Mara. L’Italia doppiamente protagonista, dunque, con due brand inossidabili – Piano e Maramotti – insieme per offrire a fashion victim e collezionisti l’esclusiva “Whitney Bag” in morbida pelle, prodotta in 250 pezzi numerati, al costo di 1.700 dollari. Parte distribuiti on line e parte venduti dal museo, tutti immediatamente sold out. La forgia è classica, vagamente anni ’50, con manici corti e forma a trapezio, per un design semplice, che guarda alla tradizione e che spezza il rigore con la serie di scanalature parallele, che tanto ricordano le nervature metalliche distese sulla superficie del museo.

Whitney Bag

Whitney Bag

Efficace e indefinibile il colore, ottenuto dopo vari esperimenti: un azzurro impalpabile, tendente al bianco ghiaccio, ottenuto dosando mille nuance di grigio. Tocco di stile all’interno, con fodera in camoscio rubino, a contrasto con la tinta pastello, mentre
Prevista anche una versione commerciale, a un prezzo ridotto, con la possibilità di scegliere anche fra il nero e il marrone, oltre che in formato small. Renzo Piano, intanto, giura che questa è la prima (felice) esperienza come fashion designer, ma anche l’ultima. Niente più borse e accessori, in futuro. Il modo per dare ancora più valore a una buona intuizione? Consegnarla alla storia e renderla unica. Ripetere è un po’ svilire.

– Helga Marsala

http://whitney.org/

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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