A Venezia il progetto Nation 25. La 25° Nazione più popolata al mondo? È quella dei migranti. Comunità senza terra territorio, né diritti

DALLA BIENNALE A SALE DOCKS, CON UN NATIONLESS PAVILION Per i nazionalisti, i difensori dei confini e i patrioti con lo spauracchio dello straniero, questa piccola operazione simbolica avrà il sapore di una provocazione. Una contraddizione in termini, un non senso radicale. L’idea è quella di una Nazione che non c’è: invisibile, nomade, senza frontiere, […]

DALLA BIENNALE A SALE DOCKS, CON UN NATIONLESS PAVILION
Per i nazionalisti, i difensori dei confini e i patrioti con lo spauracchio dello straniero, questa piccola operazione simbolica avrà il sapore di una provocazione. Una contraddizione in termini, un non senso radicale. L’idea è quella di una Nazione che non c’è: invisibile, nomade, senza frontiere, eppure popolatissima. La 25° al mondo per demografia. Così l’hanno chiamata, arrivando a concepire, in occasione della 56° Biennale di Venezia, un Nationless Pavilion negli spazi occupati di Sale Docks: Nation 25 è allora una piattaforma artistica pensata per mettere in fila una serie di azioni e iniziative, legate a questo non luogo concreto e immaginario.
La 25esima Nazione è un paese non riconosciuto, né sul piano territoriale né su quello politico e legislativo, abitato da gente che non ha più casa, né diritti, né destino certo. Sono i profughi, i migranti, i richiedenti asilo, in fuga da guerre, persecuzioni, miseria. 51,5 milioni di persone in transito, per un coacervo di lingue, religioni, background culturali, esperienze individuali e storie collettive. E nessun confine da proteggere, a parte quello della dignità e dell’integrità personale.

IDENTITÀ NAZIONALI E IMMIGRAZIONE, OLTRE LA PAURA
Questa massa immensa in movimento diventa così un corpus eterogeneo, che non avendo le caratteristiche proprie di una comunità nazionale, ne acquisisce provocatoriamente lo statuto metaforico, la riconoscibilità, la concretezza. Un modo per esistere, non più come minaccia, ma come occasione.
Nation 25, che ha sede tra Roma e Bruxelles, attraverso un dialogo con i migranti stessi e una serie di artisti, intellettuali, giornalisti, propone un paradosso geopolitico, provando a discutere del tema non più o non solo in termini di inclusione ed esclusione, di paura, diffidenza e isolamento, ma in una chiave problematica, tirando in ballo questioni oggi brucianti: dall’apertura dei confini alla creazione di corridoi umanitari, dal populismo politico di movimenti a sfondo razzista al ruolo dei governi rispetto agli importanti flussi migratori odierni.

Calixto Ramirez, De la serie, Proceso de aclimatacio_n. 2013. Fotografi_a digital. 33 x 50 cm. Ed. 3

Calixto Ramirez, serie Proceso de aclimatacio_n. 2013. Fotografi_a digital. 33 x 50 cm. Ed. 3

La tappa veneziana presso Sale Docks si è aperta, lo scorso 8 maggio, con una tavola rotonda e un’azione, dal titolo Square Tape, realizzata con il Padiglione Ungheria e il Padiglione Estonia. In preparazione un’open call per l’invio di contributi e un laboratorio, ancora a Venezia, continuando a immaginare profilo e destino della venticinquesima Nazione più popolata del globo. Quella di chi, fuggendo dall’inferno, rimette in gioco il tema dell’identità, dell’appartenenza, della solidarietà e delle metamorfosi sociali.

– Helga Marsala  

www.nation25.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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