Alessandra Chemollo rilegge Jean-Michel Wilmotte. Fotografia, architettura e allestimenti museali: una mostra alla Fondazione Wilmotte di Venezia
Un architetto e una fotografa, un racconto per immagini, traducendo il dialogo tra progettista e artista in una libera rilettura di spazi e opere, nel rispetto del senso originario e nella capacità di ascolto, osservazione, traduzione. Jean-Michel Wilmotte e Alessandra Chemollo, incontratisi per la prima volta in occasione di uno shooting fotografico durante l’esposizione “Les […]
Un architetto e una fotografa, un racconto per immagini, traducendo il dialogo tra progettista e artista in una libera rilettura di spazi e opere, nel rispetto del senso originario e nella capacità di ascolto, osservazione, traduzione.
Jean-Michel Wilmotte e Alessandra Chemollo, incontratisi per la prima volta in occasione di uno shooting fotografico durante l’esposizione “Les Indiens des Plaines”, al Museo parigino di Quai Branly, hanno scelto a un certo punto di avviare una collaborazione, oggi sfociata in una mostra dal titolo “Relectures”, presso la Fondazione Wilmotte: realtà inaugurata nell’agosto del 2012, in un affascinante palazzo storico – appena restaurato – nel cuore della Venezia, a Cannaregio.
Protagonisti delle diciassette fotografie esposte sono alcuni degli allestimenti museali realizzati negli anni dallo studio Wilmotte: tra questi la galleria degli impressionisti al Musée d’Orsay, le sale del Museo San Domenico di Forlì, il Pavillon des Sessions del Louvre. E nel confronto tra lo sguardo di Chemollo ed il disegno, l’intenzione, la linea progettuale degli architetti, si è definita una modalità operativa singolare, che parte dal principio della sovrapposizione e dell’accumulazione. Grazie ad un software che consente il montaggio di fotografie realizzate con un obiettivo decentrabile, applicato a una camera digitale, i frammenti immortalati secondo prospettive e movimenti diversi della camera, vengono ricomposti in un’immagine virtuale, che amplia il campo visivo e consegna all’osservatore una iper-visione impossibile quanto realistica. La restituzione dello spazio attraverso il linguaggio fotografico diventa così qualcosa di più di una rappresentazione, di una mimesi, ma anche di una trasposizione: diventa analisi, lettura critica, esperimento ottico e intellettuale.
– Helga Marsala
Relectures
dal 5 maggio 2015
Fondazione Wilmotte – Fondamenta dell’Abbazia
Cannaregio 3560-30121 Venezia
www.fondationwilmotte.fr
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