Artista da 20 sterline. Non è un insulto: un personaggio dell’arte britannica finirà sulle nuove banconote inglesi. E sarà il popolo a sceglierlo, per la prima volta
Chi prenderà il posto dell’economista e filosofo scozzese Adam Smith, con il suo profilo importante e la capigliatura vittoriana? Sarà William Turner con i suoi tratti rudi, i basettoni e la tuba, come voleva la moda inglese di primo Ottocento? O la fine e malinconica bellezza di Virginia Woolf? Al Victoria and Albert Museum, qualche giorno fa la Banca […]
Chi prenderà il posto dell’economista e filosofo scozzese Adam Smith, con il suo profilo importante e la capigliatura vittoriana? Sarà William Turner con i suoi tratti rudi, i basettoni e la tuba, come voleva la moda inglese di primo Ottocento? O la fine e malinconica bellezza di Virginia Woolf?
Al Victoria and Albert Museum, qualche giorno fa la Banca d’Inghilterra ha annunciato che, entro il 2020, le attuali banconote da 20 pound andranno in pensione e sarà proprio un personaggio dell’arte o della letteratura inglese a finire tra le mani dei sudditi della Regina.
“Le banconote sono il mezzo principale con cui la Banca Centrale si relaziona con il popolo inglese” ha dichiarato il governatore della Banca, Mark Carney. “Questi pezzi di carta dal XVII secolo sono diventati negli anni piccole opere d’arte nei portafogli di tutti.” L’idea è che sulle nuove banconote finisca un personaggio inglese che con il suo operato nel campo delle arti ha influenzato e, ancora oggi, è fonte d’ispirazione per il paese intero.
Per questo si è stabilito che, per la prima volta nella storia, sarà il popolo stesso a scegliere la nuova faccia da 20 sterline. Nel corso di consultazioni pubbliche e visite nelle scuole, chiunque potrà esprimere la propria preferenza. Una shortlist di otto nomi sarà poi sottoposta a focus group. Dopodiché la parola finale spetterà alla Banca d’Inghilterra che annuncerà il prescelto entro la primavera del prossimo anno.
Si potrà scegliere tra pittori, scultori, architetti, artigiani, designer e registi di nazionalità inglese. Requisito fondamentale è che siano già deceduti e realmente esistiti. Insomma, Damien Hirst dovrà aspettare il prossimo turno.
– Marta Pettinau
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