Bruxelles si avvia a realizzare il suo nuovo centro d’arte contemporanea. Nelle grandi officine Citroen lungo il canale

Finalmente Bruxelles avrà il suo grande centro d’arte contemporanea con tutti i crismi? Certo, nella capitale del Belgio e dell’Europa gli spazi per la produzione artistica più attuale non mancano, intendiamoci. C’è il Wiels, c’è Bozar, ma soprattutto ci sono qualcosa come una dozzina di fondazioni private che fanno invidia a praticamente tutte le altre […]

Finalmente Bruxelles avrà il suo grande centro d’arte contemporanea con tutti i crismi? Certo, nella capitale del Belgio e dell’Europa gli spazi per la produzione artistica più attuale non mancano, intendiamoci. C’è il Wiels, c’è Bozar, ma soprattutto ci sono qualcosa come una dozzina di fondazioni private che fanno invidia a praticamente tutte le altre capitali occidentali. Manca, però, il vero, ufficiale, autentico museone d’arte contemporanea della città (e dello stato), che raccolga in se collezioni e raccolte pubbliche sparse in giro. Manca, insomma, per dirla col socialista Rudy Vervoort, sindaco dell’agglomerazione brussellese, “il nostro MoMA“.
Ora, tuttavia, dopo anni di tiramolla, l’accordo sembra esserci. Qualche settimana fa è stato siglato dalla Città di Bruxelles e il gruppo PSA (Peugeot-Citroen) che possiede lo stabile dove Vervoort prevede già afflussi da mezzo milione di visitatori l’anno. Si tratta di una enorme officina Citroen, una delle più grandi del Belgio, un bell’edificio bianco realizzato tra le due guerre e appoggiato lungo il canale, in una zona che la città punta fortemente a riqualificare e dove, tra le altre cose, si immagina un nuovo distretto artistico creativo corroborato anche – ve ne abbiamo dato notizia qualche giorno fa – dall’arrivo della fiera Art Brussels che dal 2016 non si terrà più nel quartiere fieristico della città, ma si sposterà nello spazio polifunzionale di Tour&Taxis, proprio dalla parte opposta del canale rispetto alla Citroen.
L’accordo dovrà essere ratificato entro l’estate e prevede che in parte della struttura restino le attività di Citroen e che in altra parte si proceda anche ad uno sviluppo immobiliare (all’estero non hanno i nostri pudori e la retorica della speculazione edilizia lascia il campo alla pratica delle valorizzazioni). Dopodiché si dovrebbe partire e dopo tanto penare la capitale d’Europa dovrebbe avere non solo il suo museo d’arte contemporanea da oltre 15mila mq, ma anche il suo distretto artistico.

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Redazione

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