Decima edizione a Forlì per il Festival di arte performativa Ipercorpo. Fra teatro, danza, arte contemporanea, musica e incontri, ecco il programma
“Immaginare avamposti, spazi di resistenza avanzati, occuparsene prima ancora di occuparli. Aprire il portone di un cinema chiuso, salire su una terrazza e proiettare un film. Trasformare un quartiere abbandonato, un angolo di strada, una panchina. Far seguire all’immaginazione un’azione che continui a inseguirla, tener duro durante la scalata. Come un alpinista estremo che nel […]
“Immaginare avamposti, spazi di resistenza avanzati, occuparsene prima ancora di occuparli. Aprire il portone di un cinema chiuso, salire su una terrazza e proiettare un film. Trasformare un quartiere abbandonato, un angolo di strada, una panchina. Far seguire all’immaginazione un’azione che continui a inseguirla, tener duro durante la scalata. Come un alpinista estremo che nel rischioso attacco a una nuova via, e nella sua riuscita, realizza un atto estetico prima ancora che esplorativo”: Claudio Angelini introduce la decima edizione del Festival di arte performativa Ipercorpo, di cui è ideatore e direttore artistico. Alcune segnalazioni dall’articolato programma, che si apre con la performance Doppio Sogno. Strettamente confidenziale a cura di gruppo nanou. Suggerisce Marco Valerio Amico, anima dell’ensemble ravennate: “È il prototipo di un’opera museale coreografica: l’ospite / spettatore è invitato a scegliere il suo tempo di fruizione muovendosi liberamente, scegliendo il suo percorso con la possibilità di tornare sui suoi passi per continuare a smarrirsi nel suo desiderio di visitatore”.
Teatrino Giullare presenta Finale di partita, spettacolo vincitore del Premio Nazionale della Critica e Premio Speciale Ubu: “Una partita a scacchi tra attori-giocatori che muovono le pedine e pedine-personaggi che muovono una delle storie più significative ed enigmatiche della drammaturgia del Novecento. La rappresentazione è una sinfonia di mosse e contromosse, botte e risposte, pause, riflessioni, sospiri, rinunce. Il capolavoro di Beckett è visto attraverso le possibilità di movimento di due pedine da scacchi e la tensione e la partecipazione dei due giocatori”. Città di Ebla propone Suite Michelangelo, rilettura e messa in scena dell’ultima opera di Dmitrij Šostakovič, Suite on Verses of Michelangelo Buonarroti for bass and piano op. 145. In programma anche le video performance Without. Quintetto in solo di Paola Bianchi e Das Spiel di Alessandro Bedosti e Antonella Oggiano. Ipercorpo accoglie nuovamente l’Italian Performance Platform, portando a Forlì numerosi direttori artistici di Festival teatrali e musicali internazionali. In questa preziosa occasione di scambio tre realtà coreutiche e teatrali italiane, tra cui Simona Bertozzi / Nexus, potranno far conoscere il loro lavoro alle presenze estere.
Infine vale segnalare La vita materiale. Nuovi appunti sulla Collezione Verzocchi: a cura di Davide Ferri, sarà “un momento di riflessione sulle forme di rappresentazione del lavoro nella nostra epoca” e ospiterà i lavori di quattro artisti italiani, “privilegiando i dipinti della Collezione Verzocchi che mostrano le mani e il corpo in azione e che, descrivendo il lavoro come pratica quotidiana e sforzo fisico, rinviano all’idea di un ‘fare’ molto concreto”. Le opere di Riccardo Baruzzi, Federico Pietrella, Davide Rivalta e Antonio Rovaldi entreranno in dialogo con questa dimensione di materialità diffusa che la Collezione esprime.
– Michele Pascarella
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