Gabellone, Pessoli, Manzelli: invenduti. Giovani italiani (ma pure Cattelan) massacrati nella New York dei record: solo Gnoli salva l’asta Phillips di Bonami
Qualcuno aveva voluto interpretare la vendita come una sorta di Italian Sale newyorkese, la casa d’aste spingeva sul surplus dato dalla relativa novità dell’asta “curata”, in questo caso dall’italiano Francesco Bonami. Non era poca, dunque, l’attesa The Great Wonderful: 100 Years of Italian Art, la sessione di evening sale che Phillips contrapponeva a New York […]
Qualcuno aveva voluto interpretare la vendita come una sorta di Italian Sale newyorkese, la casa d’aste spingeva sul surplus dato dalla relativa novità dell’asta “curata”, in questo caso dall’italiano Francesco Bonami. Non era poca, dunque, l’attesa The Great Wonderful: 100 Years of Italian Art, la sessione di evening sale che Phillips contrapponeva a New York alle sue serate da scintille delle sorelle maggiori Christie’s e Sotheby’s. Ma i risultati sono stati deludenti, quasi un vero e proprio flop: se di questo si può parlare, quando in un clima euforico come quello di questi giorni nella Grande Mela restano invenduti 24 lotti sui 65 in catalogo.
Ma è la tipologia degli invenduti a dover far riflettere maggiormente: innanzitutto perché è rimasto al palo il campione che tutti riconoscono come la nostra stella più lucente sul piano globale, nelle ultime generazioni, ovvero Maurizio Cattelan, e con entrambe le opere che schierava in lizza. E poi perché hanno fallito quasi tutti – fa eccezione Pietro Roccasalva – i giovani artisti italiani che Bonami contava di proiettare nel firmamento: da Giuseppe Gabellone ad Alessandro Pessoli, a Margherita Manzelli, tutti ignorati dai pubblico collezionistico. Come anche nomi forti quali quelli di Scheggi, Pascali, Baruchello, Ceroli, a poi Fontana, Fabio Mauri, Manzoni, Marino Marini, Guttuso: una specie di Caporetto, insomma.
Poche le eccezioni, per un risultato che comunque testimonia che anche le scelte del curatore fiorentino evidentemente non hanno convinto il mercato oppure, cosa ancor più grave, gli artisti in mancanza di acquirenti interessati non sono stati difesi correttamente dai loro galleristi. Star della serata, Domenico Gnoli, presente in catalogo con Shirt Collar Size 14 ½, atteso top lot, che comunque con i suoi 6.885.000 dollari non ha raggiunto neanche la stima minima di 7 milioni. Bene, o forse benino?, anche Giuseppe Penone, il cui Idee di pietra – il celebre albero in bronzo visto anche a Documenta – ha toccato 1.325.000 dollari, anche qui però leggermente sotto la stima minima, di 1,5 milioni.
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