Un Caleidoscopio per la galleria Vittorio Emanuele di Milano. Restauro interattivo e viaggi immersivi, tra led wall e architetture effimere
Un’arteria, un corpo cavo. La Galleria Vittorio Emanuele di Milano è il vero attrattore di flussi fra Piazza Duomo e Piazza Scala. Al centro dell’impianto cruciforme si convogliano le pulsioni di vita urbana e qui si materializza, quasi naturalmente, un ‘oggetto’ semplice e magico, come il gioco fragile delle bolle di sapone: il Caleidoscopio di Michele Marchetti, […]
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Un’arteria, un corpo cavo. La Galleria Vittorio Emanuele di Milano è il vero attrattore di flussi fra Piazza Duomo e Piazza Scala. Al centro dell’impianto cruciforme si convogliano le pulsioni di vita urbana e qui si materializza, quasi naturalmente, un ‘oggetto’ semplice e magico, come il gioco fragile delle bolle di sapone: il Caleidoscopio di Michele Marchetti, realizzato con il contributo di Bordel Studio, per i contenuti video, e della coordinatrice Lola Toscani.
Lo scenario ottocentesco richiama alla mente una letteratura immaginifica e visionaria, innescando il salto nel viaggio fra arte e tecnologia. Così i sensi sono immediatamente attratti dall’installazione, ‘piovuta’ dall’ampia cupola vetrata come una filiazione geometrica. Il pavimento marmoreo policromo, il contrasto tra gli spunti neorinascimentali e la natura strutturale della Galleria, in piena rivoluzione industriale, con graziose decorazioni in ghisa, si sposa perfettamente col doppio meccanismo di questa architettura effimera.
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Pietro Di Girolamo, Occhio Spaziale, 2014
(Cupola della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano)
Il Caleidoscopio, infatti, all’esterno lancia la candida illusione dell’ottagono a pareti specchiate, mentre accoglie dentro di sé una camera oscura di 87 metri quadrati, consentendo al pubblico di vivere un’esperienza immersiva grazie a 6 pareti led wall. I segmenti di particolari architettonici, gli squarci di visioni dirette, i colori pastello, le suggestioni pre-liberty, moltiplicano l’immagine di un racconto, quello dei 13 mesi di restauro della Galleria, e scatenano un simultaneo delirio di selfie che è possibile vedere sul sito web.
Un’ottima risonanza, dunque, per i committenti, Versace, Prada e Feltrinelli. La produzione è di Wishbone Farm.
– Paola Ruotolo
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