Facebook e la censura. Le opere d’arte no, le pagine d’insulti sì. Libero torna sul tema, tra Vittorio Sgarbi bannato e gli haters di Bocelli indisturbati

Quella della censura su Facebook è storia vecchia. Ne abbiamo parlato anche noi in più occasioni. E adesso anche Libero torna sul tema, con un pezzo ironico che non le manda a dire. La penna furens di Gemma Gaetani si scaglia contro il lassismo e le contraddizioni che il più popolato social network di sempre […]

Quella della censura su Facebook è storia vecchia. Ne abbiamo parlato anche noi in più occasioni. E adesso anche Libero torna sul tema, con un pezzo ironico che non le manda a dire. La penna furens di Gemma Gaetani si scaglia contro il lassismo e le contraddizioni che il più popolato social network di sempre dimostra di mantenere. Ovvero: quando è tutto regolare, e non v’è traccia d’oscenità o di volgarità, spunta la mannaia di Zuckerberg; quando i motivi sussisterebbero eccome, nulla si muove. Nonostante le ripetute segnalazioni.
Il caso in oggetto: Vittorio Sgarbi va in visita nei giorni scorsi al Musée d’Orsay di Parigi e si fa un selfie davanti al celebre “L’origine del mondo” di Gustave Courbet. Sublime immagine della fertilità, in forma di ritratto di vagina. Risultato: Facebook chiude la pagina del critico ferrarese per via del contenuto giudicato “pornografico”. Anche qui, solito ritornello: le opere d’arte, che siano foto, dipinti, sculture, qualora mostrino seni o organi genitali vagamente scoperti, finiscono dritte nel calderone del porno. Cancellate, con tanto di penalità per l’ignaro utente. Spesso un automatismo del sistema, regolato da filtri ed algormitmi, in altri casi una risposta a delle segnalazioni.

Gustave Courbet, L'origine del mondo, 1866 - olio su tela, cm 45x55

Gustave Courbet, L’origine del mondo, 1866 – olio su tela, cm 45×55

Poi, il contraltare. Qui Libero si sposta sul piano del pop e prende due esempi recentissimi: “Il 18 maggio scorso noi abbiamo segnalato a Facebook, invitando a farlo anche i nostri lettori, ben 25 pagine più un gruppo che istigavano all’odio nei confronti di Andrea Bocelli. Si trattava di 26 pagine strapiene di fotomontaggi, post e commenti in cui il tenore veniva deriso in modo ripugnante per la sua cecità”. Pagine chiuse? Quando mai. Il solito messaggio standard liquida la cosa con candore: Abbiamo controllato la Pagina che hai segnalato per la presenza di discorsi o simboli di incitazione all’odio e abbiamo riscontrato che rispetta i nostri Standard della comunità”.

Andrea Bocelli

Andrea Bocelli

Insomma, segnalare episodi di oltraggio a sfondo razziale o religioso, insulti ad personam, sfottò contro minoranze, deboli, persone malate, è spesso inutile. Per ragioni tecniche, naturalmente, il controllo di un colosso come Faceboo è spesso fallace: comprensibile, ma non sempre tollerabile.
Ecco perché, continua l’autrice, dev’essere apparsa in queste ore la pagina “Jovanotti che fa pompini gratis per fare esperienza”, con riferimento alla difesa della tradizionale gavetta gratuita, per chi è alle primissime esperienze, espressa (legittimamente) dal cantante durante un incontro all’Università di Firenze. Insomma, il punto è: aprire una pagina a puro scopo denigratorio è un passatempo lecito, tanto nessuno controlla. E – al netto di dovute segnalazioni – nessuno censura. Courbet, però, va bannato. Non sia mai che un minore innocente s’imbatta, povero lui, in uno dei più iconici dipinti dell’800′. Potrebbe restarne turbato. In positivo, magari.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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