Ecco i dati del rapporto annuale “Io sono cultura” di Symbola e Unioncamere. Le filiere culturali? Muovono 227 milioni di euro
“Il rapporto di ‘io sono cultura’, giunto ormai alla sua quinta edizione, si propone di parlare di un futuro già presente ma tutto da svelare. L’idea è quella di rappresentare al mondo il dna dell’Italia evidenziando l’andamento in crescita delle imprese culturali. Dal cinema alla musica, dai videogiochi alla nuova stampa digitale, dai software al […]
“Il rapporto di ‘io sono cultura’, giunto ormai alla sua quinta edizione, si propone di parlare di un futuro già presente ma tutto da svelare. L’idea è quella di rappresentare al mondo il dna dell’Italia evidenziando l’andamento in crescita delle imprese culturali. Dal cinema alla musica, dai videogiochi alla nuova stampa digitale, dai software al design: una filiera in continua crescita che dà lavoro e fa crescere l’export“. Con queste parole Claudio Gagliardi, Segretario Generale Unioncamere, ha illustrato i dati di Symbola e Unioncamere confluiti nel rapporto annuale Io sono cultura, appena presentato a Roma.
Dall’analisi dell’operato delle filiere culturali è infatti emerso un andamento che attiva tutti gli altri settori dell’economia, muovendo complessivamente 227 milioni di euro. Dati significativi dunque che si rispecchiano anche nel settore turistico: il settore cultura attiva infatti la spesa turistica, legata al patrimonio artistico, che ammonterebbe a ben 28,3 milioni di euro nell’ultimo anno. Una controtendenza, quella dell’industria creativa e culturale, che rappresenta il moltiplicatore maggiore pur considerato il momento di crisi economica. E se c’è chi ancora sostiene che “di cultura non si mangia”, a smentire il detto è stato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere, che ha evidenziato la “voglia di Italia nel mondo che cresce a dismisura e che ci dà la consapevolezza della possibilità di affrontare una nuova stagione positiva“.
Dati analizzati poi dal Ministro Franceschini: “Occorre coniugare le capacità e i talenti alla produzione. Possiamo investire in cultura facendolo diventare il traino della crescita economica in Italia e nel mondo. Dobbiamo mettere insieme patrimonio artistico/culturale, la produzione e la cultura perché noi siamo avanti in questo”. E, conclude, con riferimento ai positivi dati riguardanti l’arte contemporanea (per il cui rapporto statistico ha collaborato attivamente Artribune) “abbiamo già fatto passi avanti e dobbiamo continuare anche sulle industrie contemporanee e creative investendo sui giovani talenti che miglioreranno la qualità della nostra cultura”.
– Flavia Zarba
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati