Lo Strillone: Antonello da Messina riunificato e l’Italia che funziona su Panorama. E poi Fondazione Burri, Guggenheim di Helsinki, Franco Bernabè
“La storia comincia nel 1996 due tavole definitivamente assegnate a Antonello vengono acquistate dagli Uffizi al prezzo di 16 miliardi di lire. I soldi sono quelli dell’eredita Bardini: il grande antiquario fiorentino ha lasciato quel patrimonio allo Stato a fronte dell’impegno di incrementare, con quadri eccezionali, le collezioni degli Uffizi e, nel caso si fosse […]
“La storia comincia nel 1996 due tavole definitivamente assegnate a Antonello vengono acquistate dagli Uffizi al prezzo di 16 miliardi di lire. I soldi sono quelli dell’eredita Bardini: il grande antiquario fiorentino ha lasciato quel patrimonio allo Stato a fronte dell’impegno di incrementare, con quadri eccezionali, le collezioni degli Uffizi e, nel caso si fosse trattato di sculture, del Bargello”. Comincia così su Panorama la ricostruzione che Marco Di Capua fa della ricomposizione del trittico di Antonello da Messina ora in mostra al Museo Bagatti Valsecchi. “I dipinti di Antonello sono una Vergine in trono, col Bambino e due angeli che la incoronano, e un San Giovanni Evangelista. Distante da loro, a Milano, nella pinacoteca del Castello Sforzesco, c’è il terzo protagonista del gruppo, un San Benedetto”, specifica l’articolo. “Antonio Natali, direttore degli Uffizi, si mette in testa di riunire il trittico (che in realtà è un polittico, se contiamo anche le tre cuspidi coi Dottori della Chiesa conservate a Palazzo Abatellis di Palermo). Ne parla a Vittorio Sgarbi che si attiva subito. Danno l’ok il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Risultato i tre frammenti di Antonello andranno insieme agli Uffizi, in cambio il museo fiorentino darà alla pinacoteca del Castello Sforzesco, per 15 anni, un altro capolavoro, la Madonna col Bambino e un angelo del lombardo Vincenzo Foppa. Non prestiti, né acquisti o donazioni, dunque, ma scambi virtuosi”.
“L’arte anticipa la comunicazione e gioca a scacchi con l’economia”. Sul Corriere della Sera il grande artista Emilio Isgrò anticipa che “il presidente della Fondazione Burri, Bruno Corà, ha avuto l’idea di convocare a Città di Castello (dove si celebra il centenario del pittore dei Sacchi) una pattuglia d’artisti ‘internazionali’ (come oggi si definiscono) perché discutano liberamente di temi e problemi coinvolgenti il mondo dell’arte non meno che quello dell’economia o della politica”. Il Guggenheim di Helsinki creerà 500 nuovi posti di lavoro: a fare i conti è Italia Oggi, secondo cui il progetto per il museo “genererebbe 800 assunzioni per il cantiere e 500 nuovi posti di lavoro a museo aperto”. “Palaexpo si prepara all’arrivo del commissario, che sarà nominato a breve dal Comune”: l’edizione romana de La Repubblica torna sulle dimissioni del Cda, sostenendo che “con l’ultima presidenza di Franco Bernabè (che ieri a ‘Otto e mezzo’ ha negato che le sue dimissioni rientrino in una strategia politica) c’è stato un aumento sia nei ricavi da biglietteria (+13%) che da sponsorizzazione, quasi raddoppiati”.
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