Luigi Brugnaro vince a Venezia e sarà vicepresidente della Biennale. E viene trombato il sindaco di Matera 2019
Sarà una affluenza alle urne sempre più minimale, sarà una fase di appannamento del Governo, sarà la paura per i flussi migratori incontrollati, sarà una crisi che non finisce mai, o saranno gli scandali di Mafia Capitale, ma i ballottaggi delle elezioni amministrative non sono stati avari di sorprese. La clamorosa vittoria del centrodestra al Comune […]
Sarà una affluenza alle urne sempre più minimale, sarà una fase di appannamento del Governo, sarà la paura per i flussi migratori incontrollati, sarà una crisi che non finisce mai, o saranno gli scandali di Mafia Capitale, ma i ballottaggi delle elezioni amministrative non sono stati avari di sorprese. La clamorosa vittoria del centrodestra al Comune di Venezia ha indubbie conseguenze anche sul mondo dell’arte. E non solo perché il capoluogo veneto sia uno degli attrattori turistico-culturali più significativi del paese, ma soprattutto per gli eventi internazionali che la città organizza e nei quali la città è coinvolta in qualità di socia.
Parliamo, ovviamente, della Biennale di Venezia. Che nei prossimi mesi si troverà di fronte a significativi cambiamenti se è vero come è vero che il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione scadrà (con il decadimento del Presidente così come di tutti i responsabili dei settori) il 31 dicembre 2015 e che quindi si dovrà procedere a nuove nomine oltre che alla strategica e cruciale nomina del nuovo Presidente (essendo tra l’altro impossibile un ulteriore mandato di Paolo Baratta, deus ex machina di uno dei più grandi e autorevoli enti culturali del mondo dal 2008). La nomina del nuovo Presidente, beninteso, sarà affare di Dario Franceschini, visto che a far la prima mossa è il Ministro (spifferi dal ministero consigliano di scommettere un paio di penny sul nome di Monique Veaute, per inciso). Ma è vero che il Ministro dovrà fare un nome ben gradito al CdA, CdA nel quale il nuovo sindaco Luigi Brugnaro sarà membro di diritto con, in più, la carica automatica da statuto di Vice Presidente.
Aggiungete che Brugnaro, nel suo asciutto e schematico programma, ha badato al sodo ed ha saltato a pie’ pari le pagine dedicate alla cultura: non c’è nulla salvo qualche riferimento fuori contesto! Ma si è trattato di una tornata elettorale poco favorevole in generale per candidature vicine a milieu culturali. Basti pensare che a Matera il sindaco-simbolo della candidatura Matera Capitale della Cultura, Salvatore Adduce, ha perso malamente al ballottaggio: nel 2019 il sindaco sarà il candidato di centrodestra. Un bello smacco.
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