Marco Goldin, vent’anni di successi con Linea d’Ombra. Il lungo post su Facebook: milioni di biglietti staccati e una grande mostra nel 2016
MARCO GOLDIN SUI SOCIAL: IL SUO GRAZIE ALLA FOLLA DI VISITATORI L’immagine scelta per accompagnare il suo messaggio di ringraziamento è quel ritratto di “Christina Olson” dipinto da Andrew Wyeth nel 1947, esposto alla Basilica Palladiana di Vicenza nel 2012, a chiusura della mostra “Raffaello verso Picasso”. Con quest’intensa tela, intitolata all’esperienza della nostalgia e […]
MARCO GOLDIN SUI SOCIAL: IL SUO GRAZIE ALLA FOLLA DI VISITATORI
L’immagine scelta per accompagnare il suo messaggio di ringraziamento è quel ritratto di “Christina Olson” dipinto da Andrew Wyeth nel 1947, esposto alla Basilica Palladiana di Vicenza nel 2012, a chiusura della mostra “Raffaello verso Picasso”. Con quest’intensa tela, intitolata all’esperienza della nostalgia e impregnata di una luce di fine estate, Marco Goldin sceglie di accompagnare un lungo post, pubblicato lo scorso 2 giugno sulla pagina Facebook di Linea d’Ombra, la società che dirige dal 1996. Una macchina da guerra, pensata e costruita per sfornare mostre-bluckbuster, in cui temi universali e suggestivi, progetti facili, nomi di grandi maestri e opere-icona richiamano le folle, scegliendo la via del pop piuttosto che quella dell’ermetismo concettuale o della ricerca più ardita. Una formula che fa storcere il naso a tanti, ma che funziona: milioni di persone in fila dinanzi ai musei, l’attenzione costante della stampa e una funziona didattica che unisce nozioni di base, suggestioni storiche e mitologie popolari.
L’UOMO DEI RECORD (AL BOX OFFICE)
Goldin, al termine di un fortunato quinquennio, affida dunque ai social anticipazioni e bilanci. Cominciando con un po’ di numeri: “In questi cinque anni abbiamo lavorato in sette diverse città − Genova e Verona, Bologna e Vicenza, ma anche Rimini, San Marino e Passariano − con 2,6 milioni di visitatori in totale. Con questo numero tanto elevato, realizzato solo tra il 2010 e il 2015, abbiamo superato, con giustificato orgoglio, il totale di 10 milioni di visitatori complessivi da quando ho creato Linea d’ombra, alla fine del 1996”. Subito dopo, due record: “Van Gogh e il viaggio di Gauguin” (Genova, Palazzo Ducale) e “La ragazza con l’orecchino di perla” (Bologna, Palazzo Fava) sono state le mostre più visitate d’Italia, rispettivamente per il 2012 e il 2014.
Quindi, procedendo tra calcoli e geografie, Goldin cita il primo e l’ultimo step di questo viaggio: il “caso Treviso” (dove ha sede la sua società), con due milioni di visitatori registrati fra il 1998 e il 2004, cifra straordinaria per una cittadina che conta solo 80.000 abitanti; e la mostra vicentina “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento”, allestita negli spazi della Basilica Palladiana e chiusa proprio il 2 giugno, con 301.855 visitatori. “Si trattava della mostra di certo meno popolare tra tutte”, scrive, “della più intima, e nella quale, più di sempre, ho quasi costretto il visitatore a seguire il mio segreto percorso interiore. Eppure, moltissimi l’hanno visitata, spesso regalandomi riflessioni, pensieri, condivisioni di sentimenti che resteranno tra i ricordi più emozionanti di tutto il mio lavoro sulla pittura”.
UNA SUPER MOSTRA NEL 2016. FESTEGGIANDO I 20 ANNI DI LINEA D’OMBRA
Archiviati commozione, conteggi e gratitudine, si passa quindi ai progetti futuri. Nel 2016 Linea d’Ombra compirà vent’anni. Data importante, che merita un’uscita indimenticabile. Tanto da convincere lo stakanovista di Treviso a prendersi una pausa. La mega fabbrica di successi chiude i cancelli, per almeno un anno, e lavora in silenzio in direzione del più grande evento della sua biografia. Nessun dettaglio, per adesso: nulla sulla città, la location o la data, a parte un generico appuntamento autunnale. Niente sul tema, blindatissimo, né sugli autori. Unico indizio: saranno circa 120 le opere selezionate, grazie a una rete di collaborazione con importanti musei internazionali e collezioni private. Tutto sarà pronto, incluso il classico rito delle prenotazioni, entro l’aprile del prossimo anno.
Poetica la chiusa del messaggio, affidata a una poesia di Pessoa, “Il guardiano di greggi”. E c’è, tra i pochi versi, la stessa luce di quel dipinto amatissimo. Un paesaggio grigio-oro, piovoso ed assolato, un commiato commosso e uno sguardo all’orizzonte. Marco Goldin, l’uomo del box office, il curatore-manager d’assalto, con il suo insospettabile b-side: romantico, come un quadro di Wyeth.
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati