Marina Pugliese lascia Milano. Futuro americano per la direttrice di Museo del Novecento, Gam e Mudec. “Ho lavorato meglio con la Moratti che con Pisapia”
“Il sindaco la Moratti ha seguito quotidianamente il cantiere nel Novecento. Non posso dire lo stessa di Pisapia al Mudec”. La notizia bomba è già servita, fin dal titolo dell’intervista all’edizione milanese de La Repubblica: Marina Pugliese se ne va da Milano. Il direttore del polo dei musei di arte moderna e contemporanea, che comprende […]
“Il sindaco la Moratti ha seguito quotidianamente il cantiere nel Novecento. Non posso dire lo stessa di Pisapia al Mudec”. La notizia bomba è già servita, fin dal titolo dell’intervista all’edizione milanese de La Repubblica: Marina Pugliese se ne va da Milano. Il direttore del polo dei musei di arte moderna e contemporanea, che comprende Museo del Novecento, Gam e Mudec, lascia l’incarico e parte per l’America, destinazione San Francisco. E ormai libera da cautele istituzionali, e da opportunità legate al ruolo, si concede un’altra piccola bomba: meglio la contrastata sindaca berlusconiana che l’attuale primo cittadino. Ma il suo giudizio sull’esperienza milanese è comunque sereno: “Ho aperto due musei, il Novecento e il Mudec, ho assistito al rilancio della Galleria d’arte moderna. Sono serena, credo nel turnover, avanti il prossimo”.
Ma perché questa decisione? Nessuna dietrologia, niente polemiche, le motivazioni sono per lo più familiari: “Mio marito si è trasferito con un figlio in America, chiamato come art director della rivista Wired. Io, con gli altri due ragazzi, avevo intenzione di raggiungerlo fra un paio d’anni. Ma, sono passati sei mesi, e non resisto più”, confessa al quotidiano. E cosa farà in America? “Ho un incarico dell’Istituto italiano di cultura di San Francisco. Dovrò curare una mostra itinerante fra Usa e Europa. Farò ricerca. Dopo tanti anni di amministrazione, ho voglia di tornare a studiare”.
Non mancano parole per i progetti che lascia in Italia, dal Museo del Novecento (“È stato il primo museo civico ad avere un comitato scientifico, un programma di membership, un main sponsor; il primo ad essere sociale sostenibile”), al Mudec, qui meno entusiastiche (“È uno spazio enorme, non centrale, nascosto dentro un cortile e con collezioni etnografiche. Nessun museo etnografico al mondo fa pubblico, a parte il Musée du Quai Branly a Parigi”). Ora che succederà? Ripartirà la corsa alla poltrona per la sua sostituzione: “Spero vivamente che si faranno i concorsi”, dice Marina Pugliese. “Parliamo di musei importanti, hanno bisogno di figure preparate e riconosciute all’estero. E il Mudec ha bisogno di un direttore tutto suo”. Un turnover importante, in un momento in cui Milano è sotto gli occhi di tutto il mondo con l’Expo…
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