Morta Laura Antonelli, icona sensuale del cinema italiano, entrata nell’immaginario visuale degli italiani con i suoi film di successo degli anni Settanta
Le scene iconiche dei suoi film sono da tempo nell’immaginario visuale collettivo, anche se la sua carriera non ha mai incrociato direttamente il mondo delle arti visive. Forse, indirettamente, nel 1971, quando il regista Pasquale Festa Campanile si ispirò chiaramente al celebre Violon d’Ingres di Man Ray nel ritrarla sul manifesto de Il merlo maschio. […]
Le scene iconiche dei suoi film sono da tempo nell’immaginario visuale collettivo, anche se la sua carriera non ha mai incrociato direttamente il mondo delle arti visive. Forse, indirettamente, nel 1971, quando il regista Pasquale Festa Campanile si ispirò chiaramente al celebre Violon d’Ingres di Man Ray nel ritrarla sul manifesto de Il merlo maschio. Avrebbe compiuto 74 anni a novembre, l’attrice Laura Antonelli, al secolo Laura Antonaz, trovata morta questa mattina nella sua casa a Ladispoli. A tenere viva la sua memoria, ci penseranno le tante pellicole che negli anni Settanta la videro vestire ruoli ad alto tasso di sensualità (e nudità) e che la consacrarono icona sexy del cinema italiano del tempo.
Tra tutte, il film Malizia diretto da Salvatore Samperi che, nel 1973, le valse il Nastro d’Argento come migliore attrice protagonista e il Globo d’oro come miglior attrice rivelazione. Il film campione d’incassi fu seguito da altri lungometraggi sullo stesso solco, tra i quali Sessomatto di Dino Risi e Mio Dio, come sono caduta in basso! di Luigi Comencini. Nonostante dovesse la notorietà alla sua avvenenza, Laura Antonelli non rinunciò a mettersi alla prova con ruoli drammatici e impegnati, sotto la guida di registi come Giuseppe Patroni e Luchino Visconti.
Negli anni Novanta scomparve dalla scena cinematografica, per ritrovarsi sui quotidiani, nelle pagine della cronaca. Nel 1991 fu arrestata per possesso di droga e assolta – anche con clamore – solo dopo un decennio.La notizia della sua morte arriva dopo tanti anni di silenzio: depressa per la delusione del flop del secondo capitolo di Malizia e per un intervento di chirurgia estetica andato male, l’attrice si era infatti ritirata a vita privata e aveva chiesto al pubblico che la dimenticasse. Resterà probabilmente l’unico desiderio inesaudibile dell’attrice, entrata di diritto nell’immaginario popolare italiano e nella storia del cinema.
– Marta Pettinau
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati