Quando il teatro arriva in televisione. Torna in prima serata su Sky Arte HD Camerini: debutto con Pirandello secondo Gabriele Lavia
A smentire chi pensava che portare il teatro in TV fosse una impresa destinata al fallimento ci aveva già pensato la prima stagione di Camerini, che con incursioni periodiche sulle scene teatrali, rigorosamente intrufolandosi dalle porte sul retro, aveva mostrato e dimostrato la partecipazione che alimenta i palcoscenici italiani, nella produzione così come nella percezione […]
A smentire chi pensava che portare il teatro in TV fosse una impresa destinata al fallimento ci aveva già pensato la prima stagione di Camerini, che con incursioni periodiche sulle scene teatrali, rigorosamente intrufolandosi dalle porte sul retro, aveva mostrato e dimostrato la partecipazione che alimenta i palcoscenici italiani, nella produzione così come nella percezione e fruizione dell’universo teatrale. Al secondo step, in onda dal 26 giugno ogni venerdì in prima serata, il programma si struttura in otto incontri, con la guida virgiliana di Marco Baliani, non presentatore ma ascoltatore, motore di dialoghi più che interviste. Il focus è puntato su otto realtà d’eccellenza, e insieme otto modi diversi di fare teatro. Perché i linguaggi teatrali sono molteplici e parimenti degni d’essere approfonditi, concordano nell’entusiasmo alla presentazione del programma Gabriele Lavia – primo ospite con il suo Sei personaggi in cerca d’autore al Teatro Elfo Puccini di Milano – e Vincenzo Salemme, presente in palinsesto con Sogni e Bisogni dal Teatro Diana a Napoli. Si avvicendano Vittoria Puccini e Vinicio Marchioni, Alessandro Haber e Alessio Boni, Umberto Orsini, Beppe Fiorello, Lella Costa e Lillo e Greg, nelle location di teatri che punteggiano il territorio italiano tutto. Da Genova a Roma, da Salerno a Firenze.
E sono proprio il Teatro della Pergola di Firenze e Nuovo Teatro, nelle persone fisiche di Marco Giorgetti e Marco Balsamo, i co-produttori del programma, legati a Sky Arte da progetti che sembrano guardare lontano. Meglio poche parole per ora, preferisce dichiarare il direttore Roberto Pisoni, ma si sta lavorando a qualcosa di più complesso di un bel racconto di teatri, si pensa alla creazione di nuove produzioni che fondano TV e teatro, modello le sit-com storiche internazionali, e chissà cos’altro. Il teatro è ripetizione – afferma Lavia con la pacata consapevolezza figlia dalla riflessione e dalla dedizione – e in quanto tale è eterno. Amleto non smetterà mai di morire, la sua forza non si estinguerà mai con la persona che lo interpreta. Se il cinema ruba il teatro è un dono.
Il teatro è vivo e vegeto, quindi, infinito per costituzione e per nulla scollegato dal resto delle cose della vita comunical-mediatica come fino a qualche tempo fa si voleva pigramente credere, quando i direttori di rete pensavano che pronunciare la parola Teatro in TV sarebbe costato un cambio di canale generalizzato. Il teatro fa ascolti e pubblico, e disperde piano la nebbia di mito paralizzante che l’ha attanagliato per anni; magari dietro l’angolo c’è una riflessione mirata (che forse termini come tax credit potrebbero non essere considerati parolacce?) sul destino economico di questo mezzo assai poco discusso e citato quando si parla di cultura che finalmente torna ad affascinare le tanto bistrattate masse.
– Ofelia Sisca
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