La verità sulla morte del Caravaggio? Sarebbe in due lettere dell’archivio di Urbino e nei reperti ossei rinvenuti nell’antico cimitero di Porto Ercole
Se chiedete ad un abitante di Porto Ercole dove e quando morì il Caravaggio, costui non potrà che essere certo della sua risposta, considerato che nel centro del piccolo comune in provincia di Grosseto, dall’anno scorso, si erge fiero, tra abitazioni, panni stesi e una lavanderia, un monumento funerario, sulle cui qualità estetiche non ci […]
Se chiedete ad un abitante di Porto Ercole dove e quando morì il Caravaggio, costui non potrà che essere certo della sua risposta, considerato che nel centro del piccolo comune in provincia di Grosseto, dall’anno scorso, si erge fiero, tra abitazioni, panni stesi e una lavanderia, un monumento funerario, sulle cui qualità estetiche non ci soffermeremo, contenente i sedicenti resti del grande pittore.
Ad oggi, che Caravaggio sia morto a Porto Ercole il 18 luglio 1610, è infatti ancora per molti una favoletta costruita ad arte, più che una certezza storica. C’è chi ritiene che sia morto a Napoli, chi a Palo, chi a Civitavecchia. Ora, a sostegno della tesi che la morte del Caravaggio sia avvenuta proprio a Porto Ercole, mentre da Napoli si dirigeva a Roma, in attesa della grazia dal Papa Paolo V, per il delitto commesso il 28 maggio 1606, compaiono negli archivi di Urbino due missive datate 28 e 31 luglio 1610, spedite da Roma alla Corte di Urbino. Nelle lettere indirizzate al Duca di Urbino si fa riferimento anche a delle opere del Caravaggio, di cui si sono perdute le tracce. I due documenti storici inediti andrebbero a rafforzare le prove antropologiche che sono state eseguite su svariati campioni ossei provenienti dal cimitero di San Sebastiano di Porto Ercole. L’equipè guidata da Giorgio Gruppioni, responsabile del laboratorio dei Beni culturali dell’Università di Bologna, avrebbe individuato le spoglie mortali di Michelangelo Merisi con una probabilità che si aggira attorno all’85-90 per cento.
Verità storica ultima? Forse. O almeno sino a quando un altro piccolo comune italiano in cerca di pubblicità turistica non rivelerà nuove e incontrovertibili prove…
– Marta Pettinau
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