Anteprima di Vertigo Truth. 22 artisti internazionali dipingono sculture e roulotte della Mutoid Waste Company, a Santarcangelo di Romagna
Mutonia è un luogo unico, utopico anche nel nome. Un posto in cui arte e vita si intrecciano con valori universali come la pace, la condivisione, l’amicizia, il rispetto dell’ambiente, l’arte del riciclo. È un villaggio di artisti nomadi, nato nei primi anni ’90 a Santarcangelo di Romagna, con l’arrivo della Mutoid Waste Company, invitata […]
Mutonia è un luogo unico, utopico anche nel nome. Un posto in cui arte e vita si intrecciano con valori universali come la pace, la condivisione, l’amicizia, il rispetto dell’ambiente, l’arte del riciclo. È un villaggio di artisti nomadi, nato nei primi anni ’90 a Santarcangelo di Romagna, con l’arrivo della Mutoid Waste Company, invitata dal Festival dei Teatri. Grazie al successo dei loro spettacoli, popolati da sculture meccaniche e installazioni di rottami, la comunità – arricchitasi nel tempo di nuovi artisti – si è stabilita in città, creando attraverso i suoi laboratori uno scambio continuo con il territorio.
Oggi questa collaborazione di oltre 25 anni è stata suggellata da un riconoscimento ufficiale: dopo varie traversie e minacce di sfratto, Mutonia è un vero parco di sculture, una mostra a cielo aperto lungo il fiume Marecchia, visitabile tutto l’anno. E a regalargli un respiro ancora più internazionale è il progetto VertigoTruth, a cura di Allegra Corbo e Su_e_Side, realizzato in collaborazione con Caparol, che sarà inaugurato il 10 luglio nel programma del Festival Santarcangelo dei Teatri. Tutto ruota intorno all’incontro tra gli abitanti di Mutonia e 22 artisti della scena street, provenienti da varie parti del mondo (Gola, Ericailcane,RUN, Bastardilla, Andreco, Tracey Pica Pica, Gio Pistone, Dem, Basik, NicolaAlessandrini, Paperesistance, Stefano Ricci, Andrea Gisteni, Burla, Tomoz,James Kalinda, Filippo Mozone, SquadroStamperia, Niba, Moneyless, Andy Macfarlane), ospitati durante l’estate per realizzare grandi dipinti sulle roulotte, le officine e le installazioni del parco. Suggestivi interventi pittorici, su supporti non convenzionali, per creare “una distorsione nella percezione sensoriale dell’individuo, come quando qualcosa ci si rivela nella sua veridicità. Un gioco che fa oscillare, nel passaggio dalla visione retinica a quella mentale, e va giù fino al cuore”.
– Annalisa Filonzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati