Artista post-porno e addetta stampa. Águeda Bañón scelta dal neo sindaco di Barcellona per la comunicazione istituzionale. La new wave di Podemos
FEMMINISMO, ARTE E PORNOGRAFIA. UN COLLETTIVO RADICALE A BARCELLONA Per la nuova scena politica spagnola, targata Podemos, tutto è (o sembra) possibile. Ripensare i sistemi logori del potere, svecchiare la classe dirigente, abbattere i privilegi della casta, dare voce ai cittadini, trasformare indignazione e populismo in opportunità concreta di governo. E anche, perché no, dare […]
FEMMINISMO, ARTE E PORNOGRAFIA. UN COLLETTIVO RADICALE A BARCELLONA
Per la nuova scena politica spagnola, targata Podemos, tutto è (o sembra) possibile. Ripensare i sistemi logori del potere, svecchiare la classe dirigente, abbattere i privilegi della casta, dare voce ai cittadini, trasformare indignazione e populismo in opportunità concreta di governo. E anche, perché no, dare un incarico strategico a un’artista. Una decisamente fuori dalle righe. Ed è subito polemica.
Succede infatti che il neo sindaco di Barcellona, Ada Colau, nota giurista impegnata nella lotta per i diritti umani, volto simbolo dell’exploit registrato da Podemos alle amministrative di maggio 2015, abbia appena scelto la quarantunenne Águeda Bañón come sua addetta stampa. Anche lei attivista del movimento, è nota per le sue performance a metà tra neo-femminismo e post-porno. Membro con María Llopis del collettivo Girls Who Like Porno, fondato a Barcellona nel 2002, Águeda ha collezionato una serie di azioni e di progetti in cui si mescolano centralità del corpo (come spazio privato e collettivo), identità sessuale, emancipazione sociale, esibizionismo, umorismo, provocazione, pornografia e libertà assoluta nella ricerca del piacere. Insomma, un ambito creativo non esattamente borghese o rassicurante.
Dal manifesto di Girls Who Like Porno si legge: “Il sesso vende molto, ma dietro l’ipersessualizzazione intorno a noi si nasconde una grande insicurezza sessuale. Non importa quanto siamo liberali o quanto scopiamo, non è questa la soluzione. Abbiamo bisogno di un altro modo di intendere il sesso – oltre il mito, il tabù, la noia, l’etero-normalità, la genitalizzazione – non solo nelle nostre relazioni sessuali, ma anche delle nostre identità sessuali. Siamo eredi del femminismo e delle tradizionali battaglie di gay e lesbiche, ma prima che divenissero “soft”. Ci allineiamo con la critica queer radicale”. Niente male come biglietto da visita, per la nuova Head of Communications della giunta barcellonese.
NON SOLO ARTE. ÁGUEDA BAÑÓN, DA ATTIVISTA POLITICA AD ADDETTA STAMPA DEL SINDACO
In realtà, accanto al lavoro artistico, da diversi anni Águeda Bañón è in prima linea anche con l’attività politica, sociale e di informazione. È stata membro di diversi movimenti di protesta a Barcellona, tra cui il collettivo di denuncia Conservas e Xnet, realtà impegnata nella lotta per la democrazia nelle reti; ha partecipato all’occupazione del centro sociale Magdalenes e ha guidato la comunicazione web per il documentario “Termitas”, una produzione dell’Observatorio DESC dedicata alla realtà della corruzione e alle pieghe del sistema giudiziario in Spagna. Infine, di recente, è stata membro del gruppo Guanyem Barcelona, composto da intellettuali, attivisti e lavoratori della cultura, impegnati nelle scorse elezioni a fianco dell’attuale sindaco.
La nuova nomina? Ha galvanizzato i più alternativi e indipendenti, fra i sostenitori di Podemos, e ha scandalizzato conservatori e moderati. Ideologica, schierata,anticonvenzionale e spregiudicata, Águeda Bañón è una figura che intriga e divide. E certo la sua foto a gambe aperte con la gonna tirata in su, mentre urina e sorride nel mezzo di una strada, o quell’altra in cui si cala le braghe restando in mutande di fronte alla Porta di Brandeburgo, a Berlino, non potevano che far discutere i benpensanti. A partire dalla solita solfa: “E questa la chiamano arte?!”. Figuriamoci se poi la chiamano pure politica.
– Helga Marsala
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