Damien Hirst si apre la sua galleria. A Londra, la Newport Street Gallery ospiterà da ottobre pezzi della collezione privata dell’artista
Non gli bastava essere tra gli artisti viventi più potenti, quotati e chiacchierati del pianeta. Ora Damien Hirst aggiunge al suo status i titoli di gallerista, curatore e collezionista illuminato, con l’apertura prossima della sua Newport Street Gallery, nel quartiere londinese di Lambeth, a sud del Tamigi e ad una mezzora di camminata dalla Tate Modern. […]
Non gli bastava essere tra gli artisti viventi più potenti, quotati e chiacchierati del pianeta. Ora Damien Hirst aggiunge al suo status i titoli di gallerista, curatore e collezionista illuminato, con l’apertura prossima della sua Newport Street Gallery, nel quartiere londinese di Lambeth, a sud del Tamigi e ad una mezzora di camminata dalla Tate Modern.
La nuova galleria è il compimento dell’ambizione di Damien Hirst di aprire al pubblico la sua straordinaria Murderme Collection, costruita a partire dalla fine degli anni Ottanta, scambiando opere con artisti che con lui facevano parte del gruppo dei Young British Artists. Con oltre 3mila pezzi, la collezione privata di Hirst conta nomi come Bacon, Banksy, Tracey Emin, Richard Hamilton, Jeff Koons, Sarah Lucas e Picasso, ma anche firme giovani ed emergenti, manufatti di artisti indigeni della costa nord-ovest del Pacifico, esemplari tassidermici, modelli di anatomia, naturalia ed artificialia vari. Una selezione di queste opere aveva già esordito in due mostre, una alla Serpentine Gallery di Londra, nel 2006, e l’altra allestita due anni fa in Italia, alla Pinacoteca Agnelli di Torino.
La Newport Street Gallery – shop e ristorante annessi – sarà alloggiata in cinque edifici firmati dagli architetti Caruso St John, di cui tre sono fabbricati dell’età vittoriana, impiegati al tempo come officine per la realizzazione di scenografie per i teatri dei dintorni. Ad inaugurare le ampie gallerie l’8 ottobre, sarà la mostra John Hoyland: Power Stations (Paintings 1964–1982). La retrospettiva dedicata ad uno dei principali esponenti dell’astrattismo britannico è solo la prima di una serie di mostre personali e collettive, in cui Damien Hirst (e il suo ego) non mancherà di lasciare l’impronta.
– Marta Pettinau
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