Immagini dall’inaugurazione di Hermann Nitsch a Palermo. Tantissimo pubblico e una decina di contestatori. Si sgonfia la polemica e la qualità trionfa

Bagno di folla, a Palermo, per quella che è stata battezzata “la mostra delle polemiche”. Si chiudono così le molte settimane di rumore, movimentate da aggressioni verbali, tentativi di boicottaggio e battaglie sui social e una petizione on line sottoscritta da migliaia di persone. L’intento: convincere sindaco e assessore ad annullare l’evento. Come era accaduto […]

Bagno di folla, a Palermo, per quella che è stata battezzata “la mostra delle polemiche”. Si chiudono così le molte settimane di rumore, movimentate da aggressioni verbali, tentativi di boicottaggio e battaglie sui social e una petizione on line sottoscritta da migliaia di persone. L’intento: convincere sindaco e assessore ad annullare l’evento. Come era accaduto in Messico. Obbiettivo mancato: la mostra di Hermann Nitsch – sostenuta generosamente da Elenk’Art – è andata in porto. Mentre la polemica ha avuto il classico effetto contrario, con un pubblico numerosissimo costretto a entrare a scaglioni nel grande hangar di Zac.
Un presidio di polizia stava lì, all’ingresso, giusto per precauzione, dato che non erano mancate minacce di proteste, guerriglie e sit-in contro il padre dell’Azionismo Viennese, reo di aver utilizzato nelle sue storiche performance cadaveri di animali, sangue, corpi nudi e rituali crudi.
Tutto tranquillo, invece. E a fronte dei moltissimi visitatori, i contestatori – fuori dal complesso dei Cantieri Culturali – si contavano sulle dita di una mano: un contorno patetico di nemmeno dieci persone, radunato nell’angolo in rappresentanza del popolo di vegani, animalisti e conservatori del fronte anti-Nitsch.

I contestatori di Nitsch - foto Othell Piccoli via Facebook

I contestatori di Nitsch – foto Otello Piccoli via Facebook

Potente la mostra, di quelle che Palermo non vedeva da anni. Una ventata di internazionalità, per un allestimento di altissimo livello, in cui pittura, video, musica, performance, fotografia e teatro si sono fuse con coerenza poetica e drammaturgica. Valorizzando appieno uno spazio difficilissimo. E tutto – dalle grandi tele luttuose, intitolate al ricordo della madre defunta, fino alle documentazioni dei riti anni ’60 e ‘70, passando per i raffinati disegni e le splendide installazioni – trovava un suo posto, un suo senso, una sua sobrietà e una sua dimensione scenica forte. Di violenze, gratuità, scannamenti in diretta e spettacolarizzazioni, nemmeno l’ombra. Molto rumore per nulla. Con i fantomatici 70mila firmatari della petizione sconfitti dall’unica cosa che conta: la bellezza e l’autorevolezza del progetto.
Dopo Tadeusz Kantor e Regina Josè Galindo, aspettando la retrospettiva su Letizia Battaglia, Hermann Nitsch segna un nuovo capitolo importante nel percorso iniziato dall’assessore Andrea Cusumano, entrato in giunta un anno fa. Adesso c’è solo da tenere alto il livello. Facendo fronte alle difficoltà economiche e amministrative con l’ingegno, le buone collaborazioni e la qualità. La mostra di Nitsch ha dimostrato che fare molto, con poco, è possibile. Mentre delle polemiche (pretestuose) resta solo un triste rumore di fondo.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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