Italiani in trasferta. Salvatore Arancio espone in Francia. Alberi vulcanici, suggestioni biomorfe, lezioni di scienze naturali: una mostra a Vienne
C’è il paesaggio, sempre, a orientare lo sguardo e definire l’orizzonte, nel lavoro di Salvatore Arancio. Paesaggio evocato, scomposto, esplorato e sezionato, fra studio analitico e letteratura. Uno degli artisti italiani più apprezzati all’estero, siciliano di nascita e londinese d’adozione, Arancio è il protagonista di una personale presso il Centro d’Arte Contemporanea La Halle des […]
C’è il paesaggio, sempre, a orientare lo sguardo e definire l’orizzonte, nel lavoro di Salvatore Arancio. Paesaggio evocato, scomposto, esplorato e sezionato, fra studio analitico e letteratura. Uno degli artisti italiani più apprezzati all’estero, siciliano di nascita e londinese d’adozione, Arancio è il protagonista di una personale presso il Centro d’Arte Contemporanea La Halle des bouchers di Vienne, sulle Alpi francesi, fino al prossimo 9 agosto. Segni particolari: bricoleur raffinato di tecniche, linguaggi e riferimenti colti, capace di cucire insieme stralci di antiche illustrazioni, pattern geometrici, riferimenti al cinema o alle scienze naturali, Arancio si sposta agevolmente dall’incisione alla scultura, dall’installazione al collage e al video.
Lo spunto per il progetto di Vienne arriva dai cosiddetti “alberi di lava”, fenomeno geologico verificatosi sulle isole Hawaii nel 1790, quando gli arbusti della foresta pluviale vennero travolti e imprigionati dalla violenta eruzione del vulcano Kilauea. Una sorta di Pompei in chiave botanica. Le sculture in mostra, dall’aspetto smaccatamente biomorfo, sono allora corpi fallici, svettanti, sinuosi, e insieme funghi alieni, vegetali sinistri, rocce irregolari ed entità esoteriche. Un misto di natura e incantesimo alchemico, d’immaginazione e ricerca sul campo, provando a tracciare una “Tassonomia dei sensi e delle forme”, come recita lo stesso titolo.
E se la fascinazione per l’informe è una delle declinazioni del lavoro dell’artista – insieme a quella contemplativa, archivistica, magica o nostalgica – a spingere verso altri significati è l’attenzione uguale e contraria per la perfezione dei numeri, le architetture geometriche, la logica alla base dei movimenti celesti e terrestri. Un continuo passare dalla furia del vulcano all’urgenza classificatoria, dall’immensa energia del paesaggio alle sue micro strutture regolari, dal rigore della norma al suo superamento. Un esempio è nel video “Window of Possible Development” (2013), una ricostruzione digitale delle illustrazioni del gesuita Athanasius Kircher, contenute nel suo libro Mundus Subterraneus (1664): i nuclei di fuoco che agitano le viscere della terra diventano gelide sfere – come corpi astrali o neuronali – sospese in una lenta, ipnotica rotazione. Anche questa un’opera in cui, nella volontà di conoscenza e di trasposizione poetica, l’approccio scientifico e l’attitudine spirituale si incontrano. Generando visioni nuove, nel gioco della citazione e del frammento.
– Helga Marsala
Salvatore Arancio, Une taxonomie des sens et des formes
Centre d’art contemporain La Halle des bouchers – 7 rue Teste du Bailler, Vienne
fino al 9 agosto 2015
www.cac-lahalledesbouchers.fr
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