Lo Strillone: i restauri che bucano i marmi del Duomo di Orvieto su Il Messaggero. E poi Marianna Madia, cinema italiano, Nicola Piovani
I ponteggi hanno sfregiato la facciata. Il Messaggero scoperchia una nuova polemica che investe la gestione del patrimonio artistica del Belpaese: stavolta nell’occhio del ciclone finiscono gli interventi di restauro del Duomo di Orvieto. “Ponteggi recentemente addossati alla facciata del Duomo di Orvieto che sono stati ancorati alla stessa facciata del Duomo tramite perforazione dei […]
I ponteggi hanno sfregiato la facciata. Il Messaggero scoperchia una nuova polemica che investe la gestione del patrimonio artistica del Belpaese: stavolta nell’occhio del ciclone finiscono gli interventi di restauro del Duomo di Orvieto. “Ponteggi recentemente addossati alla facciata del Duomo di Orvieto che sono stati ancorati alla stessa facciata del Duomo tramite perforazione dei marmi, compresi gli stipiti del portale centrale e delle aree ricoperte dai mosaici, e inserimento di occhielli a vite. Per montare i ponteggi si danneggia ciò che le stesse impalcature dovrebbero restaurare e salvaguardare”. I responsabili cosa rispondono? “La normativa sulla sicurezza dei cantieri obbliga ad ancorare i ponteggi ogni venti metri quadrati tramite perforazioni di dodici millimetri di diametro – avverte l’architetto responsabile del cantiere, Maurizio Damiani. – Nel caso della facciata del Duomo eseguiamo dei fori su vecchie stuccature, che corrispondono alle tamponature di precedenti ponteggi”.
“Non sono mai state in discussione la tutela del paesaggio, dei beni culturali e del patrimonio artistico e ambientale. Nessuno ha mai avuto intenzione di autorizzare cementificazioni selvagge”. Con una lettera a La Repubblica il ministro Madia interviene sulle polemiche del silenzio/assenso per le autorizzazioni delle Soprintendenze: “Le norme impongono termini perentori per rilasciare i pareri, tuttavia spesso questi termini non sono rispettati. Riteniamo che i cittadini debbano contare su tempi certi entro i quali le amministrazioni possano dire sì o no”. “Il cinema italiano non è ancora uscito dalla crisi, ma l’Italia torna tra i primi dieci Paesi al mondo per numero di film prodotti”. Il Sole 24 Ore cita i dati del Rapporto 2014. Il Mercato e l’Industria del Cinema in Italia, presentato ieri presso la sede del Centro Sperimentale di Cinematografia dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dalla Direzione Generale Cinema del Ministero dei Beni Culturali. Musica su Il Fatto Quotidiano, che intervista Nicola Piovani: “La mia musica più bella devo ancora scriverla“.
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