Lo Strillone: Susanna Camusso sconfessa lo sciopero a Pompei su Quotidiano Nazionale. E poi Alberto Asor Rosa e Roma, copyright sui tweet
“La modalità è sbagliata, non si usano né gli scioperi né le assemblee come arma che danneggia importanti beni culturali del Paese”. L’ennesima critica all’atteggiamento dei sindacati nell’ultima vicenda Pompei arriva nientemeno che da Susanna Camusso, la pasionaria segretario generale della Cgil: e chi non ci crede – possibilissimo – si vada a leggere l’intervista […]
“La modalità è sbagliata, non si usano né gli scioperi né le assemblee come arma che danneggia importanti beni culturali del Paese”. L’ennesima critica all’atteggiamento dei sindacati nell’ultima vicenda Pompei arriva nientemeno che da Susanna Camusso, la pasionaria segretario generale della Cgil: e chi non ci crede – possibilissimo – si vada a leggere l’intervista su Quotidiano Nazionale. “La Cgil non avrebbe e non ha indetto quell’assemblea a Pompei il 24 luglio. Serve un’etica della mobilitazione. Che qui è mancata”. “Noi non scioperiamo contro i cittadini”, sottolinea, prima di tornare a fare il suo “mestiere”: “Però va anche detto che a Pompei è aperta da moltissimo tempo una vertenza nella quale, come il tutto il pubblico impiego l’atteggiamento è: non si contratta non si discute. E questa chiusura favorisce modalità di protesta che non vanno bene”.
“Adoro Roma e quando se ne parla male, per qualsiasi motivo e sia pure con fondatezza, reagisco con un certo nervosismo”. L’inatteso outing arriva dal professor Alberto Asor Rosa, che sul Corriere della Sera dice la sua sull’affondo del New York Times verso la Capitale: invii “i suoi giornalisti a Fontana di Trevi, al Colosseo e anche sotto casa mia, a Borgo Pio, a pochi metri da Piazza San Pietro, per verificare un’altra forma di degrado: quella procurata dai turisti americani… che… mezzi nudi, con le infradito, mangiano stravaccati e lasciano cumuli di sporcizie d’ogni genere”. E sulla provocazione di Alessandro Gassmann? “Ho appreso che il figlio di Vittorio ha scritto il suo tweet dall’Uruguay. Beh, cominci a pulire le strade di Montevideo, se ha tanta voglia di usare la scopa”. Arriva il copyright sui tweet? La Repubblica racconta che “alcuni mesi fa una scrittrice di Los Angeles, Olga Lexell, ha chiesto che Twitter riconoscesse il copyright sulle sue battute. Twitter ha deciso che aveva ragione e ha deciso di censurare chi ricopia una battuta senza citare la fonte”.
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