Parigi, settimana della moda. Quando il fashion guarda all’arte. Guynon, Ferretti, Fournié, Viktor & Rolf: quattro collezioni che citano cinema, teatro, pittura
Si è appena chiusa, con la solita carrellata di grandi firme e splendide location, la settimana della moda di Parigi, proprio mentre in Italia i riflettori sono puntati sulla nuova edizione di AltaRoma. Da Versace a Zuhair Murad, da Chanel a Miuccia Prada, da Dior ad Armani, da Maison Margiela a Gaultier, il gotha del fashion c’era […]
Si è appena chiusa, con la solita carrellata di grandi firme e splendide location, la settimana della moda di Parigi, proprio mentre in Italia i riflettori sono puntati sulla nuova edizione di AltaRoma. Da Versace a Zuhair Murad, da Chanel a Miuccia Prada, da Dior ad Armani, da Maison Margiela a Gaultier, il gotha del fashion c’era tutto, tra talenti vecchi e nuovi. Dal fitto calendario d’inizio luglio, ecco un piccolo bouquet di proposte, accomunate dalla vocazione eclettica e lo sguardo su altri linguaggi della creatività. Cinema, teatro, arti visive, mettendo insieme ispirazioni, evocazioni, incastri, citazioni, estetiche e narrazioni.
CINEMA E TEATRO: COLLEZIONI COME SCENEGGIATURE D’EPOCA
Bernard Guyon ha debuttato proprio nella cornice parigina, come stilista della Maison Schiaparelli (leggi Della Valle). Guyon sceglie il teatro per la collezione autunno-inverno 2015-2016, con un omaggio al plurale, che affida a ognuno dei trentasei capi ambientazioni, look e atmosfere di celebri pièce. Siamo a Place Vendome, su un immaginario palcoscenico anni ’30: qui sfilano le mannequin abbigliate con l’eleganza, la grazia, il carattere e quella punta d’ambiguità con cui la moda d’inizio secolo interpretava la modernità declinata al femminile. Pantaloni a sigaretta, tailleur squadrati, giacchini corti in tweed o lavorati con ricami barocchi, pellicce eccentriche, longdress regali, paillettes, broccati, camicie preziose e gonne severe. Ogni capo accostato all’opera di un drammaturgo: da “La Voix Humaine” (1930) di Jean Cocteau a “Così è se vi pare” di Luigi Pirandello, senza dimenticare la divina Elsa Schiaparelli con “Arethusa”, il libretto di versi, pieni di passione erotica, che la stilista pubblicò a soli 21 anni, destando scandalo in famiglia.
La haute couture di Julien Fournié guarda invece al cinema, presentando negli spazi sacri dell’Oratoire du Louvre una scintillante collezione intitolata a certe atmosfere fantastiche d’antan: sul fondo film come “Mad Love” di Karl Freund(1935), tratto dal romanzo “Le mani di Orlac” di Maurice Renard, in cui si fondono horror, noir, melò e follia, o come “La nuit fantastique” di Marcel l’Herbier (1942), storia che unisce tenebre e immaginazione, esoterismo e romanticismo. Le donne di Fournié sono allora creature giunte dalla notte, avvolte nel mistero, disegnate da luci siderali e ombre fosche: velluti, trasparenze, lucido vinile, cristalli, intarsi scintillanti, tulle, per una galleria di cappe, cappucci, pantaloni austeri, lunghi abiti dalle linee fluide e l’appeal dark. Uno teatro dell’occulto, dedicato alla finezza sartoriale e al fascino magnetico di certe storie, tra pellicola e letteratura.
CITANDO LA PITTURA IN PASSERELLA: DAGLI ANTICHI AFFRESCHI ALL’ACTION PAINTING
Per Viktor & Rolf l’ispirazione arriva dal mondo della pittura, con una collezione che attinge a piene mani dell’action painting: concepiti come opere d’arte, tra dripping di vernice, tela sfondate, pieghe vistose, in pezzi, gli abiti costruiscono (o decostruiscono) intorno al corpo una mitologia dello spazio pittorico, divenendo elementi sartoriali e insieme scultorei. Il tutto condito da una forte dose di citazionismo e di geometrismo ardito, pescando fra le grandi pagine della storia dell’arte. Portabilità? Relativa. Effetto scenografico assicurato, con alcune intuizioni compositive efficaci e altre rimaste un po’ incastrate tra il ludico e il ridondante.
Infine Alberta Ferretti, che nel suo nuovo flagship di Rue du Faubourg Saint-Honore mette in scena la sua ultima capsule collection, un’edizione limitata per la primavera/estate 2016. Ed è il sontuoso spazio parigino a ispirare la collezione, con gli splendidi affreschi sette-ottecenteschi e le decorazioni che accompagnano soffitti, porte, arredi, pareti: sfilano così preziosi abiti-nuvola, abiti-tromp-l’oeil, abiti come pittura e architettura, tra ori, verdi acqua, azzurri, bianchi, bordeaux e un profluvio di ricami, arabeschi, strascichi e corsetti. Tutte creazioni sontuose, in cui rivivono le meraviglie di questo ex hotel particulier, un tempo di proprietà della famiglia Goldschmidt-Rothschild.
– Helga Marsala
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