Un nuovo centro per la performing art, e alla Manifattura Tabacchi incroci arte/moda. Ecco il futuro culturale di Firenze secondo il sindaco Dario Nardella

COSTRUIRE UN’OFFERTA CULTURALE PIÙ ARTICOLATA “Uffizi, Accademia, Palazzo Vecchio: sono queste le prime cose che ti viene in mente quando pensi a Firenze. Ma se vogliamo costruire un’offerta culturale più articolata, anche come risposta alla congestione turistica del quadrilatero romano, credo sia arrivato il momento di una visione unitaria delle nostre matrici storiche“. Continua a […]

COSTRUIRE UN’OFFERTA CULTURALE PIÙ ARTICOLATA
Uffizi, Accademia, Palazzo Vecchio: sono queste le prime cose che ti viene in mente quando pensi a Firenze. Ma se vogliamo costruire un’offerta culturale più articolata, anche come risposta alla congestione turistica del quadrilatero romano, credo sia arrivato il momento di una visione unitaria delle nostre matrici storiche“. Continua a far discutere lo statement sulla futura politica culturale, che il sindaco di Firenze Dario Nardella ha affidato a una lunga intervista a La Repubblica. “Saranno riuniti tutti i musei e le collezioni scientifiche della città, dalla Specola al Planetario fino al museo di medicina, nella scuola dei carabinieri della stazione. C’è il polo della memoria a Gavinana, nell’ex Tre, e quello del design e della moda alla ex Manifattura Tabacchi. Due poli declinati comunque sul registro della contemporaneità”.

NEL COMPLESSO DI SAN FIRENZE UNO SPAZIO PER LE PERFORMING ART
Da dove intende partire? “Anzitutto usare la cultura come chiave di riqualificazione urbana e dei quartieri. Il rammendo delle città, come dice Renzo Piano”. E a livello strutturale? “Nel complesso di San Firenze vedo uno dei luoghi dedicati alle ‘performing art’. Il primo passo di un Centro internazionale delle arti di Firenze: danza, cinema, teatro. A proposito di cinema ho parlato con Ron Howard, il regista mi ha chiesto perché Firenze non eccelle più nella produzione cinematografica. E io gli ho chiesto una mano. La mia idea è realizzare a San Firenze un politecnico delle arti, con la scuola di teatro della Pergola – ne ho già parlato con Favino – e poi laboratori di teatro, cinema, danza. Anche con la Scuola di musica di Fiesole“.

UNO SPAZIO PER IL CONTEMPORANEO? NO, C’È GIÀ IL MUSEO PECCI
E non mancano riferimenti all’altro polo della contemporaneità, alla Manifattura Tabacchi. “Con il supporto della Regione, stiamo pensando ad ospitare laboratori ed aule del Polimoda. Dovrà essere il luogo dell’incontro tra arte contemporanea e moda, secondo l’intuizione di Panconesi. Tenendo conto della vocazione alla formazione di Firenze“. Mentre sull’idea di un museo d’arte contemporanea sembra prevalere il realismo pragmatico: “C’è il centro d’arte metropolitana di Prato: l’idea di farlo a Firenze non mi convince. Possiamo pensare ad una rete di centri d’arte contemporanea dedicati ma non ad un museo in senso tradizionale: noi una collezione d’arte permanente non c’è l’abbiamo. Il Novecento è un museo d’arte moderna. Puntiamo a dialogare con il museo Pecci“.

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

Scopri di più