1300 euro per entrare a Dismaland, il surreale parco a tema creato da Banksy in Inghilterra. Che riaccende anche il conflitto israelo-palestinese…
L’avreste mai detto che un evento legato alle arti visive potesse arrivare a scatenare una corsa al biglietto d’ingresso, con tanto di bagarinaggio online? Il “miracolo” si deve a Dismaland, il bizzarro e surreale parco degli orrori creato a Weston-super-Mare, cittadina costiera del sud-ovest dell’Inghilterra, da Banksy, il popolare quanto misterioso streetartista di Bristol. Una […]
L’avreste mai detto che un evento legato alle arti visive potesse arrivare a scatenare una corsa al biglietto d’ingresso, con tanto di bagarinaggio online? Il “miracolo” si deve a Dismaland, il bizzarro e surreale parco degli orrori creato a Weston-super-Mare, cittadina costiera del sud-ovest dell’Inghilterra, da Banksy, il popolare quanto misterioso streetartista di Bristol. Una versione satirica di Disneyland, con il castello di Cenerentola che si presenta come un rudere circondato da un acquitrino melmoso, un veicolo blindato antisommossa come scivolo per bambini, un autoscontro guidato dalla Morte con tanto di falce.
Il successo è stato clamoroso fin da subito, tanto che i biglietti di ingresso – il parco è aperto fino al 25 settembre – sono andati presto a ruba: ma pochi avrebbero ipotizzato che un ticket sarebbe stato messo in vendita su eBay per mille sterline (1.360 euro). Secondo un portavoce di Banksy, il solo sito web di Dismaland ha ricevuto più di sei milioni di visitatori in uno dei giorni scorsi.
Intanto il parco è stato teatro di un episodio che per qualche momento ha rinverdito oltremanica l’annoso conflitto israelo-palestinese. Proprio l’artista palestinese Shadi Alzaqzouq, uno dei 58 creativi invitati da Banksy a esporre dentro Dismaland (fra di loro ci sono star come Damien Hirst e Jenny Holzer), ha attuato una plateale protesta contro la scelta di ospitare anche tre artisti israeliani. Entrato con un lenzuolo su cui aveva scritto “R.I.P Gaza: Boycott Israel”, lo ha usato per coprire le proprie opere in mostra, prima di essere allontanato dagli addetti alla sicurezza.
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