L’albero della Cuccagna: arte, cibo, prosperità. Achille Bonito Oliva schiera 34 artisti in 26 sedi. Dal Mart al Madre, passando per il Man

Non poteva mancare sua maestà ABO nel grande teatro di EXPO 2015. E non è certo una mostra qualunque quella che Achille Bonito Oliva s’è inventato, in accordo con l’ormai sdoganatissimo tema del cibo e del nutrimento. Progetto in progress, diffuso per tutto il territorio nazionale, “L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte”, mette insieme una sfilza […]

Non poteva mancare sua maestà ABO nel grande teatro di EXPO 2015. E non è certo una mostra qualunque quella che Achille Bonito Oliva s’è inventato, in accordo con l’ormai sdoganatissimo tema del cibo e del nutrimento. Progetto in progress, diffuso per tutto il territorio nazionale, “L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte”, mette insieme una sfilza di istituzioni pubbliche e private, ognuna chiamata ad ospitare l’opera di un artista. Selezione assolutamente eterogenea, con presenze italiane ed internazionali assai diverse per età, stili, riferimenti culturali, estetiche e poetiche: da Lara Favaretto a Pascale Marthine Tayou, da Patrick Tuttofuoco a Oliviero Toscani, da Alfredo Jaar ad Alfonso Leto, da Masbedo a Luigi Ontani, da Pedro Cabrita Reis a Lorenzo Scotto di Luzio. Trentaquattro in tutto.
L’elemento comune? Lo spunto iconografico. Quell’albero della cuccagna che arriva da favole e tradizioni folk e che si associa, a livello d’immaginario comune, all’idea di abbondanza, di fortuna, di divertimento e di prosperità. Tante le sedi coinvolte, troppe per poterle citare tutte. Alcuni esempi: Gnam di Roma, Man di Nuoro, Villa Croce a Genova, Galleria Continua d San Gimignano, Mart di Rovereto, Madre di Napoli, Castello di Rivoli, Hangar Bicocca a Milano, Fondazione Orestiadi in Sicilia. Ogni installazione ambientale sarà un omaggio a questo vecchio mito, che affonda le radici nei culti arborei europei, in particolare nell’area celtica. Alberi da celebrare, come sorgenti di vita e metafore d’abbondanza, poi spogliatisi di ogni valenza sacrale e diventati, per l’appunto, dei giochi popolari. Lo spunto antropologico lega dunque le opere del piccolo esercito di artisti, con una nuova chiave di lettura offerta al macro tema dell’alimentazione. Inaugurazioni a scaglioni, da venerdì 25 settembre fino alla fine di ottobre, con un finissage complessivo fissato al 10 febbraio 2016.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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